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Omaggio alla letteratura disegnata

Recensione di “le Storie. Il boia di Parigi” di Paola Barbato e Giampiero Casertano

 

Paola Barbato e Giampiero Casertano, le Storie. Il boia di Parigi, Sergio Bonelli Editore
Paola Barbato e Giampiero Casertano, le Storie. Il boia di Parigi, Sergio Bonelli Editore

Merita senza dubbio grande attenzione la collana le Storie, nuova iniziativa della Sergio Bonelli Editore. Si tratta di una serie di romanzi a fumetti (e romanzi sono, a tutti gli effetti, per profondità d’analisi, respiro narrativo, scelta dei temi), ma questa volta lascio che a vestire i panni del consigliere letterario e a parlare dell’opera sia un caro amico, Antonio Marangi (che ringrazio per la disponibilità), grande appassionato e soprattutto grande esperto di letteratura disegnata, fondatore e anima instancabile di Sbam! Comics “rivista digitale a fumetti e sui fumetti” (la trovate qui). Eccovi la sua recensione (già comparsa su Sbam!). Buona lettura.


Come Mastro Titta nel Rugantino. O come il protagonista di Nessuno tocchi Caino, la struggente canzone di Enrico Ruggeri e Andrea Mirò. O anche, infine, come il secondino Paul Edgecombe interpretato da Tom Hanks ne Il miglio verde. Il carnefice, il boia, l’uomo che uccide per la giustizia, visto dal punto di vista della sua umanità, nel suo essere compassionevole verso il condannato, nel suo accostarsi al dramma di colui che sta per uccidere sul patibolo.

Questo è anche il caso di Charles-Henry Sanson, protagonista assoluto del numero 1 di le Storie (ottobre 2012, euro 3,50), scritto proprio così, con l’articolo minuscolo. Parliamo della nuovissima serie Bonelli, che – come annunciato – proporrà in ogni albo storie uniche e complete, slegate le une dalle altre. Un po’ come fu, in un paragone un po’ audace, la leggendaria serie Un uomo un’avventura negli anni Settanta, ricordata anche nell’editoriale di questo albo. Ma parlavamo di Sanson: carnefice francese realmente vissuto in un momento storico di… superlavoro per lui, trattandosi di quello della Rivoluzione francese e del successivo periodo del Terrore di Robespierre. A Sanson sono stati attribuiti vari diari, ma mai nessuno storicamente documentato: ha pensato allora Paola Barbato, in un lavoro davvero eccellente, a ripercorrerne la vicenda. Da “impiegato” della corte di Luigi XVI, temuto e malvisto dalla popolazione per il suo terribile ruolo, a mito e simbolo per lo stesso popolo dopo la Rivoluzione, quando la sua ghigliottina comincia a colpire la nobiltà, fino ad arrivare addirittura a Sua Maestà in persona. Ma Monsieur Sanson “vede” il suo lavoro sempre allo stesso modo: conta il sacro e assoluto rispetto della persona, anche se è distesa sotto una lama, si tratti di un rubagalline o di uno degli antichi – o nuovi – dominatori.

Una nota finale più che doverosa per il lavoro del disegnatore Giampiero Casertano: le sue tavole, a metà tra il realistico e il grottesco, riescono perfettamente a portare il lettore nella cupa atmosfera dell’esecuzione, a metterlo tra la folla eccitata che osserva la ghigliottina.

A far da cornice al tutto, la copertina, firmata dal grande Aldo Di Gennaro.

Saltando completamente di genere, il numero 2 della serie – previsto per novembre 2012 – ci porterà tra i samurai giapponesi, grazie a Roberto Recchioni e Andrea Accardi.

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