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Una classica schiappa

Recensione di “Commentarii de Inepto Puero” di Daniel Gallagher

Daniel Gallagher, Commentarii de Inepto Puero, Il Castoro
Daniel Gallagher, Commentarii de Inepto Puero, Il Castoro

Non potevo credere che fosse uscito davvero! Invece, eccolo lì che mi guardava fisso e mi mandava il suo messaggio subliminale: “Comprami!”. Non ho opposto la minima resistenza e l’ho acquistato all’istante: la traduzione in latino del primo volume del best seller per ragazzi Diario di una schiappa era nelle mie mani! Lo so, lo so, qualcuno crederà che io sia pazza, ma chi ha fatto studi classici può (forse) un po’ capirmi. Quello che vedo, mi stupisce subito: è davvero tutto in latino, anche il colophon e la quarta di copertina; inoltre l’impaginazione è esattamente uguale all’originale, stesso numero di pagina, stessi a capo, le vignette sono identiche ma… in latino!

La motivazione principale per cui ero curiosa di avere in mano questo libro, che per me è un capolavoro, era la curiosità di vedere come il traduttore avrebbe reso in latino le parole moderne, i nomi propri, i neologismi che inevitabilmente sono entrati a far parte della nostra lingua. Il risultato è a dir poco meraviglioso. Si entra in un’atmosfera quasi medievale per quanto riguarda la resa dei nomi: Greg, il protagonista, diventa Gregorius; il suo amico Rowley è Rolandus; il perfido fratello maggiore, Rodrick, si trasforma in Roderigus, solo per fare alcuni esempi. L’apice del fantastico si tocca però con la resa in latino di parole che i nostri padri non conoscevano di certo. La sveglia che suona al mattino è un horologium excitatorium; i corn flakes sono un più semplice cereales; i cartoni animati in tv sono imagines ridiculas pictas animatasque televisifice; i videogiochi sono videolusus visifici e systema lusorium è la playstation; il sito internet è situm interretialem; la gara di macchine da corsa diventa certamen curruli autocinetorum (letteralmente, “gara di carretti semoventi”); la doccia è il “bagno pensile” (balneo pensili), solo per citare alcuni esempi.

Questi sono gli elementi più evidenti e più curiosi, quelli che forse interessano di più il lettore. Ma, a dire la verità, c’è un’altra cosa, evidentissima per chi, come me, ama follemente questa lingua antica: il latino non è affatto una lingua morta, è anzi vivissima e ricchissima di sfumature, caratteristica quest’ultima che purtroppo ritroviamo pochissimo nelle nostre lingue moderne, almeno quelle parlate, fatte per una comunicazione veloce. Per esempio, a pagina 26 l’originale italiano recita: “Sì, perché tutte le volte che porto un gioco a casa di Rowley, suo papà lo controlla su un sito per genitori. E se il gioco contiene qualsiasi forma di combattimento o di violenza, non ci lascia giocare”. Il latino, letteralmente, dice: “Perché, ogni volta in cui porto un videogioco a casa di Rolando, suo padre si reca su un sito internet per informarsi se il gioco sia troppo violento. Ed essendo i miei videogiochi sempre violenti, ci vieta di giocarvi”. Che dire! La bellezza e la ricchezza del giro di frase, l’abbondanza delle proposizioni subordinate, la ricerca che sorregge la scelta delle parole (e che purtroppo la mia traduzione non fa comprendere appieno) sono fenomenali. Beh, nostalgia del bell’italiano che fu a parte, devo dire che questo libro ha un valore davvero molto grande: in sé, come esperimento letterario, e poi come tentativo di far apprezzare di nuovo il concetto di classico che, come spero di aver fatto capire, è tipico di quei testi che sono sempre moderni anche se sono antichi. Ai più coraggiosi, buona lettura.

(Stefania Quaranta)

Nota di cronaca a margine. Durante l’Udienza Generale dello scorso 10 giugno 2015 in piazza San Pietro a Roma, monsignor Gallagher ha consegnato personalmente a Papa Francesco la prima copia della tiratura limitata e speciale di Commentarii de Inepto Puero, insieme a una copia dell’edizione in spagnolo di Diario di una Schiappa (Diario de Greg): il Santo Padre potrà così controllare “l’esattezza” della traduzione, con il testo a fronte nella sua lingua madre.

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