Recensione di “Fouché, un uomo nella Rivoluzione” di Max Bunker e Paolo Piffarerio
La storia è ben nota, di quelle che si studiano a scuola a più riprese: siamo alla fine del Settecento, in Francia. La sfarzosissima reggia di Luigi XVI e della altezzosa consorte Maria Antonietta stride violentemente con la miserabile condizione delle masse popolari, ridotte alla fame. Ma sono anche – e soprattutto per lo sviluppo degli eventi – i privilegi feudali di cui godono nobiltà e clero a urtare la suscettibilità della classe emergente, la nuova borghesia, ormai depositaria della ricchezza “vera” nel regno. Una situazione esplosiva comunque la si guardi, della quale solo i monarchi, assisi tra i marmi di Versailles, non sembrano rendersi conto. Almeno finché non sarà troppo tardi e scoppierà la Rivoluzione Francese…
Dalla convocazione degli Stati Generali al rapido degenerare della situazione, dall’emergere di figure nuove – quali Robespierre, Danton, Lafayette, Talleyrand, Madame de Staël… – in luogo di quelle tradizionali, dalla presa della Bastiglia fino alla nascita della nuova bandiera: con Fouché, un uomo nella Rivoluzione, Max Bunker (o Luciano Secchi se preferite) ripercorre per filo e per segno la vicenda storica, con largo utilizzo di documenti dell’epoca (alcuni dei quali riprodotti in intermezzi del volume) e un accurato lavoro di ricerca.
È una pura presentazione dei fatti, senza opinioni o interpretazioni, praticamente un libro di storia, dalla lettura intrigante e godibile. Bunker affida il ruolo di osservatore esterno e di commentatore dei fatti a Fouché, figura marginale nell’ambito della Rivoluzione Francese, e qui protagonista del titolo dell’opera: un frate degli Oratoriani di Gesù, studioso, scienziato, di grande cultura, che osserva freddo e distaccato i fatti, elaborandoli e commentandoli con i suoi vari interlocutori.
Gli spettacolari disegni sono di Paolo Piffarerio, maestro recentemente scomparso: in molti ritengono Fouché il suo capolavoro grafico, per quanto l’artista – dai Promessi Sposi a La maschera di Ferro – abbia proprio nei graphic novel di genere storico e di costume la sua specialità (anche se poi la sua fama è dovuta ad Alan Ford, ma non divaghiamo…).
La cura del dettaglio, la ricostruzione dei costumi, degli arredi, delle armi, le scene d’insieme con le folle nelle piazze: le tavole di Piffarerio riempiono gli occhi, con una eccellente scelta delle inquadrature e con un colore tenue, anticato, mai aggressivo, perfetto alla bisogna. Eppure, tempo fa, quando avemmo la grande fortuna di incontrare Paolo Piffarerio per un’intervista (Sbam! nr. 9), a proposito di Fouché, l’artista volle prima di tutto riconoscere i meriti di Max Bunker nella resa del lavoro: «Quella di Fouché è una signora sceneggiatura», ci disse, «curata e documentata: Max Bunker era andato in Francia per cercare i testi originali dei discorsi di Robespierre e riportarli fedelmente nel suo testo».
Fouché, un uomo nella rivoluzione è meritoriamente riproposto da Mondadori Comics in volume cartonato nella serie Historica, collana dedicata appunto ai fumetti di genere storico. Dallo scorso settembre è disponibile in fumetteria e libreria. Applausi.
(Antonio Marangi)
Comics al rango di romanzo storico ? Non lo sapevo.
Ciao, alla prossima
Ciao Nino, sui graphic novel e sui fumetti in generale ti consiglio di seguire l’amico Antonio Marangi (che firma questa recensione), anima della rivista digitale a fumetti e sui fumetti Sbam! Comics. La trovi anche su Facebook ed è scaricabile gratuitamente.
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