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Avventura

Recensioni di libri di genere avventura a cura de “Il Consigliere Letterario”.

L’amore e il dio immanente

Recensione di “Città della pianura” di Cormac McCarthy

Cormac McCarthy, Città della pianura, Einaudi
Cormac McCarthy, Città della pianura, Einaudi

Donare parole a ciò che è per sua natura inesprimibile, dare voce al maestoso silenzio della natura e ai suoi ritmi eterni, ai colori dell’alba e alla luce obliqua del tramonto, al confuso odorare della terra, al sordo tambureggiare del tuono, al grigiore indistinto ma vivo e terribile del cielo che annuncia lo scatenarsi della tempesta, al tenace fragore del fiume, significa fronteggiare l’assoluto e adottarne il codice espressivo, significa vestirsi d’immortalità, significa far coincidere in un unico gesto la nuda contemplazione del mondo e la sua descrizione, come fossero l’una la naturale emanazione dell’altra, come se a legare questi due momenti fosse una spirituale concatenazione di causa ed effetto.


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Monotono forse, ma non di poco conto

Recensione di “Moll Flanders” di Daniel Defoe

Daniel Defoe, Fortune e sfortune della famosa Moll Flanders, Rizzoli
Daniel Defoe, Fortune e sfortune della famosa Moll Flanders, Rizzoli

“Defoe era un uomo anziano quando si fece romanziere, precedendo di molti anni Richardson e Fielding, e risultando veramente uno dei primi a dar forma al romanzo e a lanciarlo nel suo cammino. Ma non c’è bisogno di insistere troppo sul fatto del suo primato, se non per osservare che egli giunse alla propria attività di romanziere con certi concetti su quest’arte, derivati in parte dal suo essere uno dei primi a praticarla.Leggi tutto »Monotono forse, ma non di poco conto

Viaggio a Barsoom

Recensione di “John Carter e la principessa di Marte” di Edgar Rice Burroughs

Edgar Rice Burroughs, John Carter e la principessa di Marte, Mondadori
Edgar Rice Burroughs, John Carter e la principessa di Marte, Mondadori

“Nel presentarvi in forma di libro lo strano manoscritto del capitano Carter, credo che alcune parole sulla sua eccezionale personalità possano risultare di qualche interesse. Il mio primo ricordo del capitano Carter risale all’epoca in cui per alcuni mesi fu ospite a casa di mio padre in Virginia, poco prima che scoppiasse la Guerra di secessione. Ero un bambino di cinque anni, allora, ma ricordo perfettamente quell’uomo alto, atletico, il volto liscio e la pelle scura, che io chiamavo zio Jack […].Leggi tutto »Viaggio a Barsoom

Lungo una scia che svanisce

Recensione di “Diluvio di fuoco” di Amitav Ghosh

Amitav Ghosh, Diluvio di fuoco, Neri Pozza
Amitav Ghosh, Diluvio di fuoco, Neri Pozza

Le vite dei singoli, che di continuo si intrecciano in un perverso gioco di coincidenze e rimandi che richiama alla mente un teatro di burattini, e le sorti del mondo intero; gli interessi personali e i richiami orgogliosi alla libertà degli uomini e del commercio, alle leggi e ai decreti di Dio scritti con l’oculata scaltrezza di un affarista; gli inconfessabili segreti, che il tempo inesorabilmente svela, e le passioni, così irresistibili e nel medesimo tempo così distruttive, cui tutti, prima o poi, finiscono per soccombere.Leggi tutto »Lungo una scia che svanisce

Il più straordinario dei sogni possibili

Recensione di “Alice nel pese delle meraviglie” di Lewis Carroll

Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie, Newton Compton
Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie, Newton Compton

“Una vena di incoerenza scorre inevitabilmente nella natura stessa del concetto di logica”, scrive Paola Faini nella nota introduttiva ad Alice nel paese delle meraviglie, il capolavoro di Lewis Carroll edito da Newton Compton. Non esiste dunque nulla di universale, una regola riconosciuta, un metro di giudizio accettato e condiviso con il quale misurare la realtà, distinguere quel che è giusto dal suo opposto, separare nettamente la razionalità dalla follia; e così, ecco che ciò che agli occhi di qualcuno (o di molti, o della maggior parte, persino) appare assurdo, possiede invece “una logica ferrea, indiscutibile”.


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Il mondo attraverso un uomo

Recensione di “Le avventure di Gordon Pym” di Edgar Allan Poe

Edgar Allan Poe, Le avventure di Gordon Pym, Newton Compton
Edgar Allan Poe, Le avventure di Gordon Pym, Newton Compton

Un romanzo d’avventura venato di mistero e d’orrore. Una storia di formazione che poco alla volta, inesorabilmente, si colora d’incubo, si fa tragedia, e sprofonda cupa in quell’indicibile perversione della realtà cui diamo il nome di soprannaturale. Un diario di viaggio, un racconto di mare, un travolgente mutar di prospettive che serra la luminosa immensità dell’orizzonte nell’angusta penombra del rifugio di un clandestino.Leggi tutto »Il mondo attraverso un uomo

C’è un modo di guardare la cavezza

Recensione di “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad

Joseph Conrad, Cuore di tenebra, Garzanti
Joseph Conrad, Cuore di tenebra, Garzanti

La primordialità della terra, la tirannia spietata e tuttavia nobile (perché incorrotta) della vita, degli istinti che bramano soddisfazione, del corpo che soffoca la coscienza, zittisce i pensieri, ignora ogni principio, ogni morale, ogni scrupolo. L’essenza, la prima scintilla della creazione, l’esistere che precede il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, che è soltanto respiro, e sguardo, e appetito, e che è infinito, e neutro, come il mondo, le cui uniche leggi sono la luce del sole e le tenebre d’inchiostro, e la sopravvivenza, a qualunque costo.


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La trasfigurazione letteraria della legge evolutiva

Recensione di “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson

Robert Louis Stevenson, L'isola del tesoro, Newton Compton
Robert Louis Stevenson, L’isola del tesoro, Newton Compton

“In principio era il buio. È nel buio della notte, magari una notte di tempesta, in una casa isolata nella brughiera, che si sprigionano i sogni […]. L’isola del tesoro è un manuale di archetipi. Tanto da indurre a chiedersi se non sia stato questo stesso libro a contribuire a crearli. Il pirata «Gambadilegno» per esempio […]. L’isola del tesoro […] fa sognare chi legge e chi ascolta, il presente perde di peso, il testo trasformato in voce si dipana come un filo evocatore, seguendo il quale, lettore e ascoltatore vengono trascinati lontano da una corrente di emozioni, un amniotico liquido scuro da cui emergono come indistinte isole, appunto, gli archetipi da riconoscere: il ragazzo-eroe che sa vincere le proprie paure, il signore scioccamente testardo, la favolosa ricchezza a un tempo stesso vicina e lontana […].


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Agli occhi di chi è poco più di un bambino

Recensione di “Le avventure di Tom Sawyer” di Mark Twain

Mark Twayn, Le avventura di Tow Sawyer, Garzanti
Mark Twain, Le avventure di Tom Sawyer, Garzanti

Agli occhi di chi è poco più di un bambino ogni cosa profuma d’avventura. Agli occhi di chi è poco più di un bambino l’orizzonte si presenta allo stesso tempo come una promessa e una minaccia; come il canto di una sirena e l’urlo di una strega; simile a una caverna colma di tesori e alla più angusta delle prigioni, al fuoco inestinguibile del coraggio e all’oscurità cieca della paura.


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Perché il mondo è fatto solo di respiro

Recensione di “Oltre il confine” di Cormac McCarthy

 

Cormac McCarthy, Oltre il confine, Einaudi
Cormac McCarthy, Oltre il confine, Einaudi

Un romanzo d’amore, un romanzo d’avventura, un romanzo di formazione. E il racconto di un viaggio, del pensoso peregrinare di un’anima fin nel cuore oscuro e intangibile della natura. Oltre il confine, secondo volume della Trilogia della Frontiera di Cormac McCarthy (del primo, lo splendido Cavalli selvaggi, ho già scritto in questo blog), è un miracolo di scrittura, una vertigine di bellezza, perfezione stilistica, profondità tematica e intensità emotiva che sembra avere il potere di reinventare il concetto stesso di romanzo.


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