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Giallo

Recensioni di libri di genere giallo a cura de “Il Consigliere Letterario”.

L’inconfondibile impronta di Smilla

Recensione de “Il senso di Smilla per la neve” di Peter Høeg

Peter Hoeg, Il senso di Smilla per la neve, Mondadori
Peter Hoeg, Il senso di Smilla per la neve, Mondadori

Nascere in una storia e sopravviverle. Essere il centro di un racconto ed esistere al di là di esso. Far parte di una serie di eventi e nello stesso tempo trascenderli, procedere oltre, perdurare nel tempo. Un nobile destino letterario (o se si vuole una preziosa forma d’eternità) toccato a un pugno di indimenticabili personaggi, magistrali creazioni dei grandi romanzieri d’ogni tempo:Leggi tutto »L’inconfondibile impronta di Smilla

L’edera folta dei rimpianti e dei rimorsi

Recensione di “L’uomo degli scacchi” di Peter May

Peter May, L'uomo degli scacchi. Einaudi
Peter May, L’uomo degli scacchi. Einaudi

Il cerchio si chiude e il dolore trova un perché, la flebile luce di una spiegazione che non ha il potere di colmare un vuoto né la forza di offrire conforto e tuttavia racconta una storia, unisce un principio a una conclusione, rimette al loro posto tutte le tessere di un tragico puzzle. Il cerchio si chiude, una stagione tramonta, e la vita, al di là degli anni irrimediabilmente perduti, folti d’edera di rimpianti e rimorsi, torna in folate di vento a reclamare il proprio indispensabile nutrimento di desiderio, speranza, felicità, a sognare seconde occasioni, a immaginare altre scelte, altre strade, possibilità mancate per un soffio. Leggi tutto »L’edera folta dei rimpianti e dei rimorsi

La Terra delle Promesse

Recensione di “Il sindacato dei poliziotti Yiddish” di Michael Chabon

Michael Chabon, Il sinsacato dei poliziotti yiddish, Rizzoli
Michael Chabon, Il sindacato dei poliziotti yiddish, Rizzoli

Da una parte la storia, i fatti così come si sono svolti, dall’altra l’invenzione, lo scarto brusco dell’immaginazione; e l’intrecciarsi di ciò che è stato e di quello che sarebbe potuto accadere che dà vita a un presente “senza tempo”, espressione di uno stato di cose nel quale realtà e possibilità coesistono senza contraddizione apparente e dove ogni accadimento, dal più banale al più straordinario, profuma d’incredulità, suggestiona come una specie di miracolo, stupisce, o meglio stordisce, come il tragicomico destino di un singolo, di un popolo, di una nazione, dell’intero mondo.


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La lingua muta del realismo viscerale

Recensione di “I detective selvaggi” di Roberto Bolaño

Roberto Bolaño, I detective selvaggi, Adelphi
Roberto Bolaño, I detective selvaggi, Adelphi

Un balletto di significati, un gioco linguistico di rimandi, un cortocircuito stilistico, un canestro stracolmo di parole per raccontare il silenzio. Nell’ordinata cronologia del diario, nelle cui pagine si intrecciano – e trovano equilibrio – la rigida successione dei fatti riportati e il confuso affastellarsi dei pensieri, delle fantasie e dei sogni, e nella conseguente scelta di una prosa all’apparenza semplice, spontanea e autoreferenziale, il percorso narrativo de I detective selvaggi di Roberto Bolaño, romanzo ellittico e spiazzante, sardonico e tragico, somiglia al ciglio di un precipizio, a un tortuoso sentiero assediato dal vuoto.


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Un proiettile all’ultimo chilometro

Recensione di “La lunga marcia” di Richard Bachman

Richard Bachman, La lunga marcia, Mondadori
Richard Bachman, La lunga marcia, Mondadori

Una gara di resistenza. Un gioco al massacro. Un tragico spettacolo. Una lenta esecuzione. Una lunga, inutile marcia, e al traguardo la morte. Nelle vaste, silenziose distese di un’America senza identità, sospesa nel tempo e inquietante come il peggiore degli incubi, cento giovani prendono parte, ogni anno, a un evento molto particolare: una corsa da una costa all’altra del Paese, un estenuante cammino costantemente sorvegliato da pattuglie militari e disciplinato da un ferreo regolamento.


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Il ritratto della morte

Recensione di “Il ritratto Bellini” di Jason Goodwin

Jason Goodwin, Il ritratto Bellini
Jason Goodwin, Il ritratto Bellini, Einaudi

A Venezia, città di mercanti, “dove tutto è in vendita”, e a Istanbul, cuore di un impero ottomano scosso dalla scomparsa del sultano Mahmut II e affidato alle inesperti mani di suo figlio, il giovane Abdülmecid. In una Serenissima splendida e orgogliosa e tuttavia vinta, umiliata dall’ottusa severità austriaca, e nella dorata culla di storia un tempo nota al mondo con il nome di Costantinopoli, memoria delle grandezze e delle abiezioni degli uomini.


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Il mistero buffo di una trappola

Recensione di “Trappola per topi” di Agatha Christie

Agatha Christie, Trappola per topi, Mondadori
Agatha Christie, Trappola per topi, Mondadori

“La logica non lo spiega. Non spiega perché, con tutti i capolavori che vanta il teatro, proprio Trappola per topi si replichi a grande richiesta da ormai trent’anni e sia diventata qualcosa tra l’istituzione nazionale e l’attrattiva turistica, sul genere di Buckingham Palace. Nemmeno l’autrice aveva le idee molto chiare, in merito. «È il tipo di commedia alla quale si può portare chiunque» aveva cercato di teorizzare con un giornalista.


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Io sono lui

Recensione di “Sotto la città” di Arnaldur Indridason

Arnaldur Indridason, Sotto la città, Guanda
Arnaldur Indridason, Sotto la città, Guanda

Un uomo, ucciso nella sua casa a Reykjavik, e un biglietto scritto a mano trovato addosso al cadavere. Un biglietto dal significato misterioso. Chi è la vittima? E che cosa significa il messaggio? Cosa ha voluto dire l’assassino lasciandolo in bella vista? E a chi ha voluto dirlo? Ai poliziotti? A qualche amico del morto?


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La razionalità inefficace

Recensione di “L’impiccato di Saint-Pholien” di Georges Simenon

Georges Simenon, L'impiccato di Saint-Pholien, Adelphi
Georges Simenon, L’impiccato di Saint-Pholien, Adelphi

Un’intuizione, o forse solo una curiosità. Poi lo stupore, l’incredulità attonita, prima manifestazione del senso di colpa, infine la caparbietà rabbiosa, la volontà di fare luce, di comprendere, di scoprire, di giudicare e punire. E un attimo prima che cali il sipario, la verità, tanto agognata e insieme altrettanto tenacemente nascosta; i fatti nudi e inerti, compiuti, immodificabili, che non assolvono e non condannano, ma che non si possono dimenticare.


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Lo scacco al re dell’ultima parola

Recensione di “Il grande sonno” di Raymond Chandler

Raymond Chandler, Il grande sonno, Feltrinelli
Raymond Chandler, Il grande sonno, Feltrinelli

“Non credo che il mio amico Philip Marlowe sia molto preoccupato di accertare se possieda o non una mente matura. Debbo riconoscere un’uguale mancanza di preoccupazioni per quanto mi riguarda. Se essere in rivolta contro una società corrotta vuol dire essere immaturo, allora Philip Marlowe è estremamente immaturo. Se vedere lo sporco dove c’è costituisce un’inadeguatezza di adattamento sociale, allora Philip Marlowe soffre di un’inadeguatezza di adattamento sociale. Naturalmente, Marlowe è un fallito, e lo sa. È un fallito perché non ha denaro.


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