Come se Mozart avesse riscritto Wagner
Recensione di “Trilogia del ritorno” di Fred Uhlman
“Qualche anno fa, quando lessi per la prima volta L’amico ritrovato di Fred Uhlman,
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Guerra
Recensioni di libri di genere letteratura di guerra a cura de “Il Consigliere Letterario”.
Non con noi è nata la menzogna, non con noi finirà
Recensione di “Agosto 1914” di Aleksandr Solzenitsyn
“[…] E nell’ingorgata Neidenburg piena d’ansia egli trovò il
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Di un tempo d’infanzia ormai troppo vecchio
Recensione di “Il segreto” di Sebastian Barry
Un manicomio tanto fatiscente da essere quasi inabitabile in molte delle sue parti e
Una infallibile macchina di tortura
Recensione di “Un matrimonio per bene” di Doris Lessing
Il “dovere sociale” del matrimonio si può considerare un atto di violenza, una sopraffazione?
Formalismo, legalismo, nazismo
Recensione di “Bonhoeffer. La vita del teologo che sfidò Hitler” di Eric Metaxas
“Sono lieto che il mio amico Eric Metaxas abbia scritto questo libro su Dietrich
Paura terribile e caffè bollente
Recensione di “Il nudo e il morto” di Norman Mailer
“Ora che sono passati conquant’anni dalla prima edizione di Il nudo e il morto, pubblicato
Un’unica guerra
Recensione di “Sotto una buona stella” di Richard Yates
“Granate che esplodono e porte che sbattono. Le pagine di Sotto una buona stella sono lacerate da due guerre. Quella combattuta dal giovane soldato americano Robert Prentice, che salpa dagli Stati Uniti Leggi tutto »Un’unica guerra
“Faccio rispettosamente notare…”
Recensione di “Il buon soldato Sc’vèik” di Jaroslav Hasek
Il vuoto formalismo della vita militare, la disciplina da palcoscenico degli ordini abbaiati con
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T4
Recensione di “Il piccolo Adolf non aveva le ciglia” di Helga Schneider
“Ancor prima del 1939, al Ministero degli Interni del Terzo Reich venne considerata la
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Cinquantasette notti
Recensione di “Splendore e viltà” di Erik Larson
“Fu solo quando mi trasferii a Manhattan, alcuni anni fa, che compresi con improvvisa chiarezza fino a che punto l’esperienza dell’11 settembre 2001 fosse stata diversa per i newyorchesi rispetto a chi aveva seguito la tragedia a distanza. A subire l’attacco era stata la loro città natale.
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