“Una volta eliminato l’impossibile….”
Recensione di “Sherlock Holmes e la minaccia di Chtulhu” di Lois H. Gresh
Non v’è, tra gli estimatori di Charles Dickens (ma anche tra i semplici lettori, purché non
Recensioni di libri di genere horror a cura de “Il Consigliere Letterario”.
Non v’è, tra gli estimatori di Charles Dickens (ma anche tra i semplici lettori, purché non
“Il Necronomicon di Abdul Alhazred, indelebilmente associato all’opera di H.P Lovecraft, ma, ormai divenuto di dominio pubblico, è molte cose insieme: un testo di magia evocatoria; una chiave per entrare nel regno dei morti e nelle dimensioni extraterrestri; uno psuedobiblium, cioè un libro che non esiste.
Leggi tutto »Grimorio
Una casa infestata. Una casa maledetta. Una casa impossibile. Un enigma inestricabile. Un mistero insolubile e terrificante. Un labirinto dal quale non è concesso uscire. Un incubo che non consente risvegli.
Leggi tutto »Esplorazione
“Che Lovecraft sia soprattutto un sognatore è cosa che nessuno vorrà mettere in dubbio, anche alla luce della sua produzione; ma è di quelli che posseggono l’invidiabile capacità di gettare un ponte tra il mondo dei sogni e quello della veglia, finché poco a poco l’uno trascolora nell’altro in un amalgama originalissimo.
Un romanzo d’avventura venato di mistero e d’orrore. Una storia di formazione che poco alla volta, inesorabilmente, si colora d’incubo, si fa tragedia, e sprofonda cupa in quell’indicibile perversione della realtà cui diamo il nome di soprannaturale. Un diario di viaggio, un racconto di mare, un travolgente mutar di prospettive che serra la luminosa immensità dell’orizzonte nell’angusta penombra del rifugio di un clandestino.Leggi tutto »Il mondo attraverso un uomo
Che non ci sia logica nella natura umana? Che possa, essa sola, misteriosamente, violare il principio di non contraddizione, vivere nell’unità degli opposti e accogliere il sé e l’altro da sé come semplici aspetti differenti di una singola sostanza? Che non ci sia, che non possa esserci, distinzione netta tra bene e male, tra giusto e ingiusto, tra vendetta e perdono, ma soltanto sfumature sottili, impalpabili diversità frutto di scelte, atteggiamenti, inclinazioni, debolezze? Che non sia altro che caos l’anima dell’uomo?
La veste severa dello storico fedele soltanto ai fatti, a ciò che è documentato e documentabile, alle conclusioni che è lecito trarre da una ricerca dettagliata, puntigliosa, da un vaglio critico delle fonti, da un esame imparziale delle testimonianze. E la realtà che d’improvviso sembra ribellarsi all’uomo e a Dio, rifiutare ordine, razionalità, scienza, respingere bontà, misericordia, compassione e offrirsi al caos, alla corruzione, alla demoniaca seduzione del male.
Una gara di resistenza. Un gioco al massacro. Un tragico spettacolo. Una lenta esecuzione. Una lunga, inutile marcia, e al traguardo la morte. Nelle vaste, silenziose distese di un’America senza identità, sospesa nel tempo e inquietante come il peggiore degli incubi, cento giovani prendono parte, ogni anno, a un evento molto particolare: una corsa da una costa all’altra del Paese, un estenuante cammino costantemente sorvegliato da pattuglie militari e disciplinato da un ferreo regolamento.
Elementi distintivi del romanzo gotico, l’angoscia, la paura (che spesso degenera in vero e proprio terrore), il mistero (risultato di un abile intreccio tra l’irrompere improvviso di fatti a prima vista inspiegabili e il lento ma inesorabile procedere di diaboliche macchinazioni), i sacrifici e le sofferenze patite dai personaggi, trovano un equilibrio, etico prima ancora che letterario, nel felice scioglimento della vicenda raccontata, nel premio ricevuto dalla virtù e nel parallelo castigo del vizio.
Una prosa al crocevia tra tradizione popolare e mito, un linguaggio composito, che della prima ha l’asciutta essenzialità, il pratico insegnamento morale e l’elogio della scaltrezza, considerata come una delle forme più alte di saggezza, e della seconda la lussureggiante ricchezza dell’invenzione, la tensione della sorpresa, l’insinuante attrattività della paura, la suggestione del sogno e il dolce canto ipnotico della fantasia.