Il Circolo di Jena
Recensione di “Magnifici ribelli” di Andrea Wulf
Il secolo XVIII sta volgendo al termine. La Francia è alle prese con le conseguenze,
Recensioni di saggi letterari a cura de “Il Consigliere Letterario”.
Il secolo XVIII sta volgendo al termine. La Francia è alle prese con le conseguenze,
“[…] Insieme a Cesare Moreno, suo marito, e ad altre persone, Carla Melazzini ha promosso e condotto per undici anni il ‘Progetto Chance‘: chiamato impropriamente progetto, perché è stato una vera scuola impegnata a svolgere il programma previsto per la licenza di terza media per giovani che la scuola l’hanno abbandonata.
“Un pomeriggio mi trovato a Pensacola – si era dopo la guerra – e per strada mi fermai a guardare la vetrina di una libreria. C’era un libro con una sovraccoperta vistosa intitolato La città e la metropoli. Notai subito il nome dell’autore: John Kerouac. Conoscevo un Jack Kerouac che era stato mio compagno alle scuole superiori e che all’epoca scriveva racconti.
Leggi tutto »Del leggere e dello scrivere
Scrive Novalis: “Se avessimo anche una fantastica, come una logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare”. Prende le mosse da qui, da questa intuizione – splendida perché feconda – la Grammatica della fantasia di Gianni Rodari, un libro unico, che verrebbe voglia di definire magico se solo si riuscisse a credere ai libri magici (ma non è forse leggendo gioielli come questo che può compiersi il miracolo?
Leggi tutto »“Se avessimo una fantastica…”
“In uno degli ultimi capitoli dell’Introduzione alle Lezioni di storia della filosofia, incentrato sulla «Distinzione della filosofia dalle altre discipline affini», Hegel distingue tra «filosofia» e «filosofia popolare» e indica come tipicamente pertinenti a quest’ultima gli scritti di Cicerone […]. Quando poi cerca di render chiara la differenza tra filosofia propriamente detta e filosofia popolare, indica un carattere tipico della riflessione etica ciceroniana, e cioè l’assiduo ricorso all’autorità del consensum gentium […]. Leggi tutto »Morale e filosofia morale
“E Tare, essendo vissuto settant’anni, generò Abramo, Nahor e Haran. E queste sono le generazioni di Tare: Tare generò Abramo, Nahor e Haran; e Haran generò Lot. Or Haran morì in presenza di Tare suo padre, nel suo natio paese, in Ur de’ Caldei. Ed Abramo e Nahor si presero delle mogli; il nome della moglie di Abramo era Sarai; e il nome della moglie di Nahor, Milca, la quale era figliuola di Haran, padre di Milca e d’Isca. Or Sarai era sterile, e non aveva figliuoli […]. Leggi tutto »Un avversario peggiore degli idoli
“Sulla cultura siciliana hanno corso due opposte tesi: una di Giovanni Gentile, largamente accreditata, che partendo dal pregiudizio di una Sicilia ‘sequestrata’, cioè tagliata fuori dal movimento della cultura europea, ovviamente deduceva una ‘forma di cultura indigena, e tutta schiettamente siciliana, che dopo l’unificazione era fiorita in Sicilia, ma che s’era venuta spogliando del suo carattere regionale sulla fine del secolo’; l’altra opposta, e insorta in opposizione al Gentile da parte di eruditi e giornalisti locali […], di una Sicilia aperta e comunicante, di una cultura vivacemente italiana ed europea […].Leggi tutto »Delle cose letterarie di Sicilia
Schierarsi dalla parte della vita. Con voluttà d’amante, con partigiana convinzione, con devoto fervore. Scegliere il corpo, la carne, l’esistere fisico essenziale e primitivo, e prendere da lì le mosse, da quel che siamo nel momento in cui veniamo al mondo per giungere al cuore, e alla mente, e allo spirito. E infine tornare al cuore, al sangue, ai sensi.
Leggi tutto »Né scrittore né filosofo. Ritratto di un artista
Che il pensiero umano, l’attività razionale per eccellenza, possa incorrere (e più spesso di quanto si creda) in fraintendimenti, abbagli, o peggio restare intrappolato in errori anche piuttosto gravi, può apparire paradossale – o semplicemente eccessivo – ma non del tutto inverosimile. Sembra invece impossibile accettare il fatto che questi “infortuni” in massima parte passino inosservati, cioè che al nostro cervello accada di inciampare senza che in noi scattino campanelli d’allarme, reazioni di qualche tipo, strategie per rimediare al danno fatto. Davvero non ci accorgiamo di sbagliare?