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Recensioni

Recensioni di libri a cura de “Il Consigliere Letterario”, Paolo Vitaliano Pizzato.

Cerca l’autore, il genere o il tema di tuo interesse, sono disponibili centinaia di recensioni.

Un pugno d’anime in un fazzoletto di miseria

Recensione di “Le terre del Sacramento” di Francesco Jovine

Francesco Jovine, Le terre del Sacramento, Einaudi

“[Con] Le terre del Sacramento assistiamo al nascere del fascismo, ripercosso a Isernia e a Morutri (Isernia, la Calena del romanzo), come un movimento che non aveva ancora il suo nome e la sua fisionomia definita, senza propositi polemici contro di esso, ma come la storia naturale e dolorosa di una malattia nazionale che investiva perfino terre barbariche e socialmente ineducate con una fatalità ineluttabile […].


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L’apparenza e la realtà

Recensione di “Madre notte” di Kurt Vonnegut

Kurt Vonnegut, Madre notte, Feltrinelli

La prosa di Kurt Vonnegut non ha confini, abbraccia l’universale. È genialmente grottesca, certo, è ironica, beffarda, perfida, ma è soprattutto stralunata. Sembra che Vonnegut riesca ad affrontare ogni argomento, anche il più drammatico, con un’alzata di spalle e un sorriso disarmante; e che in tal modo riesca a disinnescarne la pericolosità, a esorcizzarne fantasmi e paure.

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Atene, città di delitti

Recensione di “Aristotele detective” di Margaret Doody

Margaret Doody, Aristotele detective, Sellerio

Ammettiamolo, il panorama di investigatori, poliziotti e detective letterari è a dir poco affollato. Basta stilare un breve elenco dei più noti per rendersene conto: Sherlock Holmes, Poirot, l’infallibile dilettante Miss Marple, il burbero commissario Maigret, il tormentato Marlowe, Perry Mason, l’avvocato difensore che nessun pubblico ministero vorrebbe affrontare in aula, il raffinato Nero Wolfe (e come dimenticare l’Auguste Dupin di Edgar Allan Poe, il padre Brown di Gilbert Keith Chesterton, l’inflessibile Duca Lamberti di Giorgio Scerbanenco e il geniale don Isidro Parodi inventato da Jorge Luis Borges e Adolfo Bioy Casares?).


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La tragedia e l’opera buffa

Recensione di “Ghiaccio Nove” di Kurt Vonnegut

Kurt Vonnegut, Ghiaccio Nove, Feltrinelli

Una prosa stralunata, scelte stilistiche che suonano casuali, pagine che sembrano crescere senza criterio, come fiori selvaggi, eppure stupiscono, affascinano, conquistano per armonia, bellezza e profondità. È prezioso l’apparente disordine creativo di Kurt Vonnegut, in assoluto uno degli scrittori più brillanti e sorprendenti del Novecento, perché non solo di geniale bizzarria si tratta; lo scrittore americano sceglie di raccontare quasi nascondendosi, alzando le spalle dinanzi ai temi che affronta, guardandoli da una distanza di sicurezza, come se non lo interessassero davvero, degnandoli di un’attenzione superficiale, di un sorriso appena abbozzato, a metà tra la noia e il pallido divertimento. E così Vonnegut colleziona arabeschi, intreccia paziente trame che profumano d’assurdo, accosta senza nessuna paura argomenti cruciali perché grazie al suo approccio clownesco, indifferente all’oscurità come alla luce, ne depotenzia alla radice l’importanza, riducendoli a materia narrativa qualsiasi. Leggi tutto »La tragedia e l’opera buffa

Un cane, una gatta e la metà di niente

Recensione di “Il simpatizzante” di Viet Thanh Nguyen

Viet Thanh Nguyen, Il simpatizzante, Neri Pozza

Saigon, aprile 1975. La guerra del Vietnam è prossima al suo epilogo. Le forze comuniste guidate da Ho Chi Minh e la guerriglia Vietcong stanno per avere ragione dei loro avversari. L’esercito sudvienamita e le milizie loro alleate, qualla americana in testa, non possono fare altro che prendere atto della disastrosa situazione in cui si trovano; Saigon, ormai accerchiata, attende solo la capitolazione, mentre in ogni strada, in ogni casa, in ogni angolo ciascuno cerca una via d’uscita dall’incubo, un posto per sé e i propri cari su uno dei tanti mezzi pronti all’evacuazione.


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Un singolo e una nazione

Recensione di “Foto di gruppo con signora” di Heinrich Böll

Heinrich Böll, Foto di gruppo con signora, Einaudi

La vita di una persona, i suoi affetti, le sue conoscenze, i fatti di cui è stata testimone, quelli che hanno avuto origine dalle sue scelte, dalle sue azioni. Questo microcosmo, raccontato in tutti i dettagli, come se invece che le pagine di un libro si scorresse un dossier, poco alla volta supera i confini di un’esistenza singola, trascende ogni particolarismo e si apre alla descrizione di una società, di un pezzo di storia.


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I dannati e il loro inferno

Recensione di “Racconti” di Friedrich Dürrenmatt

Friedrich Dürrenmatt, Racconti, Feltrinelli

Hanno l’atmosfera inquietante degli incubi e i contorni bui e inafferrabili di una realtà decisamente troppo folle, o terribile, o grottesca, o assurda per essere vera i Racconti di Friedrich Dürrenmatt pubblicati da Feltrinelli; storie scritte nell’arco di quarant’anni (dal 1942 al 1985) che, pur toccando i generi più diversi, hanno il loro denominatore comune nella scelta degli argomenti trattati, nell’antropologica “curiosità” dell’autore, nella sua filosofica analisi del male, nel confronto aperto, spigoloso, tra la parola scritta e il mondo, cui la letteratura si rivolge come a suo privilegiato oggetto d’analisi e che è nello stesso tempo chiamata a interpretare e comprendere.


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Scrivere il delitto perfetto

Recensione di “La promessa” di Friedrich Dürrenmatt

Friedrich Dürrenmatt, La promessa, Feltrinelli

Considerato nella sua essenza, il meccanismo narrativo del giallo classico è piuttosto semplice; nell’ordine abbiamo un fatto delittuoso, un investigatore che cerca di ricostruire l’accaduto, una serie di indizi che vengono scoperti e ordinati in logica sequenza attraverso un meticoloso lavoro di indagine e una serie di rigorose deduzioni e infine il disvelamento della verità (con la conseguente, rassicurante, cattura del colpevole).


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L’innocenza perduta su un’isola

Recensione di “Il signore delle mosche” di William Golding

William Golding, Il signore delle mosche, Mondadori

È il pensiero a darsi battaglia ne Il signore delle mosche, l’opera più celebre del romanziere britannico William Golding, Nobel per la Letteratura nel 1983. Quel che a prima vista sembra essere semplicemente un romanzo d’avventura, infatti, cela, tra le pieghe della trama, ben altra profondità.Leggi tutto »L’innocenza perduta su un’isola

In silenzio, Hercule Poirot indaga

Recensione di “L’assassinio di Roger Ackroyd” di Agatha Christie

Agatha Christie, L’assassinio di Roger Ackroyd, Mondadori

Se il perfetto meccanismo dell’intreccio non è certo una novità, perché è assai raro che Agatha Christie deluda, quel che desta stupore e ammirazione ne L’assassinio di Roger Ackroyd, uno dei romanzi più famosi della scrittrice inglese, oltre allo slittamento del protagonista in un felicissimo secondo piano (Poirot conduce le indagini sul delitto, ma sembra più un personaggio di contorno; non a caso, e lo si dice espressamente, si è ritirato dall’attività per dedicarsi alla coltivazione delle zucche) è la scelta di narrare l’intera vicenda in prima persona: a farlo è il dottor James Sheppard, medico del villaggio di King’s Abbott, teatro del misterioso fatto di sangue.

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