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Recensioni

Recensioni di libri a cura de “Il Consigliere Letterario”, Paolo Vitaliano Pizzato.

Cerca l’autore, il genere o il tema di tuo interesse, sono disponibili centinaia di recensioni.

Un’angoscia reale

Recensione di “La regola dei pesci” di Giorgio Scianna

Giorgio Scianna, La regola dei pesci, Einaudi

Non un giallo e neppure un mystery. Un romanzo d’avventura, forse, e di formazione, ma non soltanto questo. Qualcosa che può apparire come una sorta di confessione ma che in realtà non è che un urlo lanciato verso il nulla, una resa, un abbandono, la consapevolezza di una frattura non colmabile, di una distanza che niente può più ridurre. Nulla, neppure l’amore. Leggi tutto »Un’angoscia reale

Il cinema e la svastica

Recensione de “La violetta del Prater” di Christopher Isherwood

Christopher Isherwood, La violetta del Prater, Adelphi

Isherwood è «leggero», con le sue mani stilistiche incredibilmente affusolate non stringe, non maneggia, non tocca, al più sfiora, allude, si mostra costantemente distratto, dimentico, e tuttavia è attento, crudelmente, minutamente attento alle rapide apparizioni che attraversano la sua arguta distrazione. Trascrittore di voci, Isherwood ama i dialoghi veloci e insensati, le conversazioni un po’ sciocche, ma dense di allusioni frivole e inquietanti: comiche tragedie.


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Tra sogni, ricordi e dybbuk

Recensione di “Racconti” di Isaac B. Singer

Isaac B. Singer, Racconti, Corbaccio

Una geografia che resiste tenace nei ricordi dei sopravvissuti, che al di là della polvere degli anni, della volontà di annientamento dell’uomo sull’uomo e dei verdetti della storia, replica se stessa nelle leggende orali, nelle memorie piene d’orrore, nella volontà di rivincita o forse soltanto nel rifiuto dell’oblio.

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Nascita di una nazione

Recensione de “I racconti di Canterbury” di Geoffrey Chaucer

Geoffrey Chaucer, I racconti di Canterbury, Mondadori

“I ‘Canterbury Tales’ (che il Chaucer ideò intorno al 1387) costituiscono la vasta e multiforme epopea della società medievale inglese, colta nel periodo in cui questa stava passando dal feudalesimo all’organizzazione nazionale. Tale trasformazione, che aveva avuto inizio assai prima della nascita del poeta e si sarebbe compiuta molto tempo dopo la sua morte, fu affrettata durante il corso della sua vita da profondi rivolgimenti politici ed economici.


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La terra, il mare, il ricordo

Recensione di “Era estate a quel tempo” di Nicoletta Verzicco

Nicoletta Verzicco, Era estate a quel tempo, Besa Editore

Il canto di sirena della terra e del mare, il richiamo irresistibile della bellezza, l’abbacinante splendore di luoghi che sono insieme tempo e spazio, perché è attraverso loro che spazio e tempo respirano, accogliendo nel loro grembo il disordinato procedere dell’uomo.


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Voce narrante non protagonista

Recensione di “Quelli” di Joyce Carol Oates

Joyce Carol Oates, Quelli, Rizzoli

“Questa è un’opera storica in forma narrativa… veduta cioè in una prospettiva personale, che è poi il solo tipo di storia possibile. Negli anni 1962-1967 insegnai inglese nell’Università di Detroit, una scuola diretta dai Gesuiti e frequentata da parecchie migliaia di studenti, molti dei quali pendolari. Durante tale periodo conobbi la “Maureen Wendall” di questo racconto. Era stata mia allieva in un corso serale e, alcuni anni dopo, mi scrisse e facemmo conoscenza.Leggi tutto »Voce narrante non protagonista

Una malattia sociale

Recensione di “L’uomo al balcone” di Maj Sjöwall e Per Wahlöö

Maj Siöwall, Per Wahlöö, L’uomo al balcone, Sellerio

Stoccolma, l’alba di un giorno qualsiasi. Lungo un copione fatto d’abitudini e ritualità, la città poco alla volta si risveglia, ricomincia a vivere. E un uomo, attento, la osserva, la studia in ogni particolare. Un uomo su un balcone. “L’uomo al balcone aveva osservato tutto ciò. Il balcone era di quelli ordinari, con la ringhiera di ferro e i lati di lamiera ondulata. Egli era rimasto con gli avambracci appoggiati alla ringhiera di ferro, e la brace della sua sigaretta era apparsa come un puntino rosso scuro nelle tenebre”.


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Finché morte non vi separi

Recensione di “Non si uccidono così anche i cavalli?” di Horace McCoy

Horace McCoy, Non si uccidono così anche i cavalli?, Terre di Mezzo Editore

Un imputato, un giudice e una sentenza sul punto di essere pronunciata. E una condanna prossima a essere eseguita. Una condanna per omicidio. Una condanna per un assassinio a sangue freddo che tuttavia potrebbe non essere stato altro che un atto di pietà, una disperata richiesta di aiuto finalmente compresa, raccolta e accolta, soddisfatta.


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Cristo delle trincee

Recensione di “E Johnny perse il fucile” di Dalton Trumbo

Dalton Trumbo, E Johnny prese il fucile, Bompiani

Cosa resta di un giovane tornato dalle trincee del primo conflitto mondiale senza più volto, cieco, sordo, muto e privo di tutti e quattro gli arti? Cosa si può dire di lui? Che è morto anche se il suo cuore non si è fermato? Che è vivo perché il suo cervello non smette di pensare e di inviare impulsi elettrici a quel che resta della sua carne, al tronco e allo stomaco violentato da un tubo d’acciaio attraverso cui passa l’indispensabile nutrimento? Cosa possono dire i medici di questo ragazzo, ferito tra milioni di feriti, mutilato tra milioni di mutilati eppure così diverso da ciascuno di loro da essere un caso unico al mondo? Di averlo salvato? Di averlo condannato? Di essere riusciti in un miracolo o di aver dato corso a un orrore indicibile? E cosa può dire di se stesso questo ragazzo? Cosa può pensare? Cosa può desiderare? Cosa può sperare?

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Il santo pagano

Recensione di “Vita di Apollonio di Tiana” di Filostrato

Filostrato, Vita di Apollonio di Tiana, Adelphi

“I devoti di Pitagora di Samo dicono che non era nativo della Ionia, ma era stato un tempo Euforbo a Troia ed era rivissuto dopo la morte, avvenuta secondo il racconto di Omero. E narrano che egli rifiutava vestimenti tratti da animali morti, e che per mantenersi puro si asteneva da ogni cibo che avesse avuto vita e dai sacrifici […]. Apollonio osservò principi affini a questi, e in questo modo ancora più divino di Pitagora seppe accostarsi alla sapienza e sollevarsi al di sopra dei tiranni: ma benché sia vissuto in tempi non remoti né troppo recenti, gli uomini non lo conoscono ancora per la vera sapienza, che esercitò da filosofo e secondo virtù.


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