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Recensioni

Recensioni di libri a cura de “Il Consigliere Letterario”, Paolo Vitaliano Pizzato.

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C’è un modo di guardare la cavezza

Recensione di “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad

Joseph Conrad, Cuore di tenebra, Garzanti
Joseph Conrad, Cuore di tenebra, Garzanti

La primordialità della terra, la tirannia spietata e tuttavia nobile (perché incorrotta) della vita, degli istinti che bramano soddisfazione, del corpo che soffoca la coscienza, zittisce i pensieri, ignora ogni principio, ogni morale, ogni scrupolo. L’essenza, la prima scintilla della creazione, l’esistere che precede il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, che è soltanto respiro, e sguardo, e appetito, e che è infinito, e neutro, come il mondo, le cui uniche leggi sono la luce del sole e le tenebre d’inchiostro, e la sopravvivenza, a qualunque costo.


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Disumano, non antiumano

Recensione di “Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde”

Robert Louis Stevenso, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, Newton Compton
Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, Newton Compton

Che non ci sia logica nella natura umana? Che possa, essa sola, misteriosamente, violare il principio di non contraddizione, vivere nell’unità degli opposti e accogliere il sé e l’altro da sé come semplici aspetti differenti di una singola sostanza? Che non ci sia, che non possa esserci, distinzione netta tra bene e male, tra giusto e ingiusto, tra vendetta e perdono, ma soltanto sfumature sottili, impalpabili diversità frutto di scelte, atteggiamenti, inclinazioni, debolezze? Che non sia altro che caos l’anima dell’uomo?


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Il lutto delle virtù infrante

Recensione di “Il colonnello Chabert” di Honoré de Balzac

Honoré de Balzac, Il colonnello Chabert, Newton Compton
Honoré de Balzac, Il colonnello Chabert, Newton Compton

“Sapete voi […] che esistono al mondo tre tipi di uomini, il prete, il medico ed il magistrato i quali non possono nutrire molta stima per il prossimo? Forse per questo, vestono di nero: portano il lutto di tutte le virtù, di tutte le illusioni infrante. Ma il più sventurato è l’avvocato. Quando ci si rivolge al sacerdote è perché ci comanda il pentimento, il rimorso, la fede che riscalda ed eleva il sentimento; il sacerdote trova nella sua missione una gioia intima: egli purifica, assolve, riconcilia.


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L’azzardo del vivere

Recensione de “Il giocatore” di Fedor Dostoevskij

recensione Fedor Dostoevskij, Il giocatore, Garzanti
 Fedor Dostoevskij, Il giocatore, Garzanti

Ci sono scrittori per cui non servono introduzioni. La lettura delle loro opere è un rischio che ogni lettore deve correre in modo individuale, autonomo: troverà sempre una risposta, che nessun altro gli potrà suggerire, ai problemi, ai conflitti posti dalla propria epoca, dal proprio livello culturale. Dostoevskij è uno di questi scrittori.

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L’edera folta dei rimpianti e dei rimorsi

Recensione di “L’uomo degli scacchi” di Peter May

Peter May, L'uomo degli scacchi. Einaudi
Peter May, L’uomo degli scacchi. Einaudi

Il cerchio si chiude e il dolore trova un perché, la flebile luce di una spiegazione che non ha il potere di colmare un vuoto né la forza di offrire conforto e tuttavia racconta una storia, unisce un principio a una conclusione, rimette al loro posto tutte le tessere di un tragico puzzle. Il cerchio si chiude, una stagione tramonta, e la vita, al di là degli anni irrimediabilmente perduti, folti d’edera di rimpianti e rimorsi, torna in folate di vento a reclamare il proprio indispensabile nutrimento di desiderio, speranza, felicità, a sognare seconde occasioni, a immaginare altre scelte, altre strade, possibilità mancate per un soffio. Leggi tutto »L’edera folta dei rimpianti e dei rimorsi

L’angelica anticamera dell’inferno

Recensione de “Il maledetto” di Joyce Carol Oates

 

Joyce Carol Oates, Il maledetto, Mondadori
Joyce Carol Oates, Il maledetto, Mondadori

La veste severa dello storico fedele soltanto ai fatti, a ciò che è documentato e documentabile, alle conclusioni che è lecito trarre da una ricerca dettagliata, puntigliosa, da un vaglio critico delle fonti, da un esame imparziale delle testimonianze. E la realtà che d’improvviso sembra ribellarsi all’uomo e a Dio, rifiutare ordine, razionalità, scienza, respingere bontà, misericordia, compassione e offrirsi al caos, alla corruzione, alla demoniaca seduzione del male.


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Un viaggio d’ombra verso la bellezza

Recensione di “Sputerò sulle vostre tombe” di Boris Vian

Boris Vian, Sputerò sulle vostre tombe, Marcos y Marcos
Boris Vian, Sputerò sulle vostre tombe, Marcos y Marcos

Tra verità e finzione, maschera e volto, intenzione e inganno. Nella diabolica sottigliezza delle parole e delle idee, nel travestimento di un nome, nel segreto inviolabile di un corpo, di un cuore, di una mente, di una volontà, e nella pianificazione paziente, caparbia di una vendetta; e ancora in una rabbiosa sfida letteraria che ha l’odore pungente e sgradevole della scommessa e la forma perfetta di un’opera d’arte. Sputerò sulle vostre tombe, violento, sconvolgente, furibondo romanzo di Boris Vian, è un viaggio d’ombra nella straziante sincerità della letteratura e allo stesso tempo la vertiginosa denuncia della sua essenziale irraggiungibilità; Leggi tutto »Un viaggio d’ombra verso la bellezza

Stretto nella parola del dio

Recensione di “Edipo a Colono” di Sofocle

Sofocle, Edipo a Colono, Garzanti
Sofocle, Edipo a Colono, Garzanti

“Molti nel passato m’hanno detto lo sterminio rosso dei tuoi occhi. Quindi so chi sei, tu, figlio di Laio […]. Questi stracci, la faccia disgraziata gridano che sì, sei tu […]. Ti capisco. Mi sono fatto uomo anch’io in casa d’altri, come te. La morte in faccia, ho visto, più di chiunque, in scontri e rischi in terre strane. Perciò non volgerei le spalle a un pellegrino, come te, ora, senza tentare di risollevarlo. Sono solo un uomo. Giorno teso nel futuro non è proprietà mia: no, non più che tua”.


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La ferita aperta di ogni giorno

Recensione di “Amy e Isabelle” di Elizabeth Strout

Elizabeth Strout, Amy e Isabelle, Fazi Editore
Elizabeth Strout, Amy e Isabelle, Fazi Editore

Passaggi di tempo che il dolore, il rimorso e il rimpianto fanno sembrare eterni. Stagioni rapprese, congelate nell’identico, infinito ripresentarsi di un unico giorno. Piccole, incessanti onde di marea di dubbi, segreti, desideri e angosce, di frustrazioni e ansie, di sogni a occhi aperti di anime febbricitanti e corpi insonni che si rovesciano sulla terra arida e incolore di un tempo percepito come condanna, affronto, offesa, di un esistere indecifrabile e labirintico che non concede tregue e non conosce pietà.


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Il cielo cristiano e il cielo romano

Recensione di “Roma senza Papa” di Guido Morselli

Guido Morselli, Roma senza Papa, Adelphi
Guido Morselli, Roma senza Papa, Adelphi

Città impossibile da abitare eppure indimenticabile. Città-mondo che esplode di contraddizioni, città-sirena dalle irresistibili lusinghe e città-memoria, che decadente si specchia nel proprio passato trionfante e polveroso. Città esausta, giunta alla fine del secolo curva su se stessa come un vecchio, e città divisa, arena d’angeli e demoni, cancello del paradiso e baratro infernale, sovrastata da un cielo diviso, il “cristiano” e il “romano”, destinati a restare “di segno opposto”.


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