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Recensioni

Recensioni di libri a cura de “Il Consigliere Letterario”, Paolo Vitaliano Pizzato.

Cerca l’autore, il genere o il tema di tuo interesse, sono disponibili centinaia di recensioni.

In fuga dentro casa

Recensione di “Corri, Coniglio” di John Updike

John Updike, Corri, Coniglio, Guanda
John Updike, Corri, Coniglio, Guanda

“[…] un personaggio cruciale, degno di collocarsi accanto al Gatsby di Scott Fitzgerald, all’Augie March di Bellow, allo Holden di Salinger, con una carica al tempo stesso realistica e simbolica. Nasceva con Harry Angstrom, detto Coniglio, un significativo esemplare di uomo senza qualità, figlio della «folla solitaria» teorizzata da David Riesman in un’altra opera paradigmatica”. Così Claudio Gorlier, nell’introduzione all’edizione pubblicata da Guanda di Corri, Coniglio di John Updike, inquadra l’antieroe protagonista di questo celebre romanzo, passo d’avvio di una saga che conta in tutto quattro libri.


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Dove tutti i colori valgono il grigio

Recensione di “Americana” di Don DeLillo

Don DeLillo, Americana, Einaudi
Don DeLillo, Americana, Einaudi

Una prova generale. Non nel senso in cui il proustiano Jean Santeuil lo è di Alla ricerca del tempo perduto – e perciò senza una trasparente continuità tematica, senza quel formicolante disordine espressivo che sempre qualifica un lavoro preparatorio, senza quella forma abbozzata, precaria ma potenzialmente ricchissima che è propria dell’appunto, dello schema di lavoro, in una parola senza consapevolezzaLeggi tutto »Dove tutti i colori valgono il grigio

La ferrea logica della pazzia

Recensione di “Ma non è una cosa seria” di Luigi Pirandello

Luigi Pirandello, Ma non è una cosa seria, Mondadori
Luigi Pirandello, Ma non è una cosa seria, Mondadori

“Il teatro di Pirandello è il tragico e altissimo documento e monumento della fatalità che parve, all’aprirsi del tempo nuovo, ruinare l’umana civiltà e tutte le sue conquiste di venticinque secoli, facendo dell’uomo uno scoiattolo che passa la vita a far girare vorticosamente la sua piccola prigione.

La vita delle persone pirandelliane è grottesca e terribile: sono esse le vittime, non più come in Sofocle, della crudeltà d’Olimpo che le saetta dalle nubi; non più, come in Shakespeare, della indomabilità delle loro stesse passioni; non più, come in Ibsen, d’una legge morale ch’essi non sanno considerare se non come convenzione sociale:

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Un’eterna menzogna chiamata nazione

Recensione di “L’imperio” di Federico De Roberto

Federico De Roberto, L'Imperio, Rizzoli
Federico De Roberto, L’Imperio, Rizzoli

Concluso ma non esaurito l’affresco di un’Italia opportunista, vile e corrotta raccontata, nello splendido romanzo I Vicerè, attraverso “il decadimento fisico e morale di una stirpe esausta” (quella degli Uzeda di Francalanza, discendenti da una nobile schiatta spagnola), lo scrittore napoletano Federico De Roberto prosegue nella sua dolente, infiammata, irosa ma non per questo meno lucida, meno penetrante riflessione politico-sociale – “L’Italia è una putredine, e Roma è il cancro che la distrugge.


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Una successione di leggere variazioni

Recensione di “Il bambino scambiato” di Oe Kenzaburo

Oe Kenzaburo, Il bambino scambiato, Garzanti
Oe Kenzaburo, Il bambino scambiato, Garzanti

L’oggi è un tempo sospeso, un battito di ciglia in un rincorrersi continuo di slittamenti temporali, di ricordi che ne evocano altri, di particolari che si svelano d’improvviso e illuminano il presente di una luce nuova, di un significato prima di allora neppure immaginato. L’oggi è una variazione incessante, un ininterrotto vibrare, un mutare impercettibile; è il fluire dell’acqua, un’illusione d’identità sgretolata nel processo infinito del divenire.


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L’eco del canto di un’anima

Recensione di “I dolori del giovane Werther” di Johann Wolfgang Goethe 

Johann Wolfgang Goethe, I dolori del giovane Werther, Newton Compton Editore
Johann Wolfgang Goethe, I dolori del giovane Werther, Newton Compton Editore

“Sul più famoso romanzo del più famoso scrittore tedesco sono stati versati fiumi di inchiostro per dimostrare che si tratta di un romanzo sociale (eversione della morale corrente), e sotto sotto politico (l’insofferenza wertheriana verso la nobiltà), o storico o, per meglio dire, di un documento delle condizioni in cui versava la borghesia in Germania dieci-quindici anni prima della Rivoluzione Francese. Ma non sarà addirittura un romanzo filosofico?Leggi tutto »L’eco del canto di un’anima

Uccidi il padre e la madre

Recensione di “Sheltered. Prima dell’Apocalisse” di Ed Brisson, Johnnie Christmas e Shari Chankhamma

Ed Brisson, Johnnie Christmas, Shelterd (volume 1), saldaPress
Ed Brisson, Johnnie Christmas, Shelterd (volume 1), saldaPress

Ancora una volta, e con immenso piacere, lascio questo spazio all’amico Antonio Marangi, grande esperto di letteratura disegnata nonché creatore e “vivacissimo primo motore” della rivista digitale a fumetti e sui fumetti Sbam! Comics (è scaricabile gratuitamente; nel caso foste interessati a dargli un’occhiata, la trovate qui. Esiste anche un gruppo su Facebook, questo l’indirizzo). A questo punto non mi resta altro da fare che augurare buona lettura a tutti voi; spero che la recensione di Antonio vi incuriosisca e vi piaccia quanto ha incuriosito ed è piaciuta a me.


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Come una semplice spettatrice

J.K. Rowling, Harry Potter e la camera dei segreti, Salani
J.K. Rowling, Harry Potter e la camera dei segreti, Salani

È il secondo anno di studi alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts per il giovane Harry Potter e moltissime sono le sorprese che lo attendono, specie se confrontate allo squallore della sua vita da “babbano” in compagnia di zio Vernon, zia Petunia e del loro odioso e viziatissimo figlio Dudley. Leggi tutto »Come una semplice spettatrice

La Terra delle Promesse

Recensione di “Il sindacato dei poliziotti Yiddish” di Michael Chabon

Michael Chabon, Il sinsacato dei poliziotti yiddish, Rizzoli
Michael Chabon, Il sindacato dei poliziotti yiddish, Rizzoli

Da una parte la storia, i fatti così come si sono svolti, dall’altra l’invenzione, lo scarto brusco dell’immaginazione; e l’intrecciarsi di ciò che è stato e di quello che sarebbe potuto accadere che dà vita a un presente “senza tempo”, espressione di uno stato di cose nel quale realtà e possibilità coesistono senza contraddizione apparente e dove ogni accadimento, dal più banale al più straordinario, profuma d’incredulità, suggestiona come una specie di miracolo, stupisce, o meglio stordisce, come il tragicomico destino di un singolo, di un popolo, di una nazione, dell’intero mondo.


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La lingua muta del realismo viscerale

Recensione di “I detective selvaggi” di Roberto Bolaño

Roberto Bolaño, I detective selvaggi, Adelphi
Roberto Bolaño, I detective selvaggi, Adelphi

Un balletto di significati, un gioco linguistico di rimandi, un cortocircuito stilistico, un canestro stracolmo di parole per raccontare il silenzio. Nell’ordinata cronologia del diario, nelle cui pagine si intrecciano – e trovano equilibrio – la rigida successione dei fatti riportati e il confuso affastellarsi dei pensieri, delle fantasie e dei sogni, e nella conseguente scelta di una prosa all’apparenza semplice, spontanea e autoreferenziale, il percorso narrativo de I detective selvaggi di Roberto Bolaño, romanzo ellittico e spiazzante, sardonico e tragico, somiglia al ciglio di un precipizio, a un tortuoso sentiero assediato dal vuoto.


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