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Recensioni

Recensioni di libri a cura de “Il Consigliere Letterario”, Paolo Vitaliano Pizzato.

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La trasfigurazione letteraria della legge evolutiva

Recensione di “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson

Robert Louis Stevenson, L'isola del tesoro, Newton Compton
Robert Louis Stevenson, L’isola del tesoro, Newton Compton

“In principio era il buio. È nel buio della notte, magari una notte di tempesta, in una casa isolata nella brughiera, che si sprigionano i sogni […]. L’isola del tesoro è un manuale di archetipi. Tanto da indurre a chiedersi se non sia stato questo stesso libro a contribuire a crearli. Il pirata «Gambadilegno» per esempio […]. L’isola del tesoro […] fa sognare chi legge e chi ascolta, il presente perde di peso, il testo trasformato in voce si dipana come un filo evocatore, seguendo il quale, lettore e ascoltatore vengono trascinati lontano da una corrente di emozioni, un amniotico liquido scuro da cui emergono come indistinte isole, appunto, gli archetipi da riconoscere: il ragazzo-eroe che sa vincere le proprie paure, il signore scioccamente testardo, la favolosa ricchezza a un tempo stesso vicina e lontana […].


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Benvenuto a Dallas

Recensione di “Libra” di Don DeLillo

Don DeLillo, “Libra”, Einaudi

Tra il particolare e l’universale, nella vita di uno solo e nell’esistenza di tutti, in quello spazio – che non ha nulla di fisico e che tuttavia esiste – capace di rendere una cosa sola “il mondo personale di un individuo e il mondo in generale”. Qui, in una dimensione che è allo stesso tempo metafisica e terribilmente reale, Don DeLillo radica Libra, uno dei suoi romanzi più intensi, brutali e labirintici; una storia che è insieme un tentativo di ricostruzione dell’omicidio di John Fitzgerald Kennedy, una biografia del suo “assassino” Lee Harvey Oswald, una rivelazione del complotto ordito ai danni del presidente americano (e di cui Oswald non è che il capro espiatorio) e il racconto di quel che sarebbe potuto accadere, dei fatti come avrebbero potuto essere se non fossero andati in tutt’altro modo.


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È sempre adesso

Recensione de “La marcia” di E.L. Doctorow

E.L. Doctorow, La marcia, Mondadori
E.L. Doctorow, La marcia, Mondadori

Inverno 1864. La guerra di secessione americana è quasi alla fine, e le forze dell’Unione, guidate dal generale William Tecumseh Sherman, stanno per sferrare l’attacco decisivo allo stremato ma non ancora vinto esercito confederato agli ordini del fiero generale Lee: il piano prevede l’assedio e la presa della città di Atlanta e una marcia forzata attraverso la Georgia fino a Savannah.


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Io sono lui

Recensione di “Sotto la città” di Arnaldur Indridason

Arnaldur Indridason, Sotto la città, Guanda
Arnaldur Indridason, Sotto la città, Guanda

Un uomo, ucciso nella sua casa a Reykjavik, e un biglietto scritto a mano trovato addosso al cadavere. Un biglietto dal significato misterioso. Chi è la vittima? E che cosa significa il messaggio? Cosa ha voluto dire l’assassino lasciandolo in bella vista? E a chi ha voluto dirlo? Ai poliziotti? A qualche amico del morto?


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La forza è diritto

Recensione di “Nemici – Una storia d’amore” di Isaac B. Singer

Issac B. Singer, Nemici - Una storia d'amore, Tea
Issac B. Singer, Nemici – Una storia d’amore, Tea

Come sopravvivere a un passato che non si riesce a dimenticare? Come resistere all’eterno ritorno dell’orrore, del dolore, della fame, della fatica, dell’annullamento di sé? Cosa resta a chi è rimasto orfano della misericordia di Dio, a chi non può più ricorrere al sostegno del pensiero razionale, a chi è condannato a rivivere in ogni momento il genocidio del suo popolo? Cosa resta, a chi è scampato alla perfetta macchina di sterminio nazista, se non il sordo rimorso di avercela fatta, di essere null’altro che un’inspiegabile eccezione biologica tra milioni di cadaveri?


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“Non voglio dirtelo”

Recensione di “Il sangue è randagio” di James Ellroy

James Ellroy, Il sangue è randagio, Mondadori
James Ellroy, Il sangue è randagio, Mondadori

Tutto ha inizio con una rapina, chirurgica e sanguinosa. L’assalto a un furgone blindato carico di smeraldi e dollari che lascia sul campo poliziotti e malviventi (questi ultimi bruciati con un ritrovato chimico per impedirne l’identificazione) e vede fuggire un solo, misterioso uomo. Tutto ha inizio con un colpo audace e spietato che sembra dettato esclusivamente dall’avidità, dalla brama di ricchezza, ma che in realtà nasconde ben altro.


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Gli ingredienti letterari della cioccolata

Recensione di “La fabbrica di cioccolato” di Roald Dahl

Roald Dahl, La fabbrica di cioccolato, Salani
Roald Dahl, La fabbrica di cioccolato, Salani

La fantasia naturalmente, ma anche una buona dose di realtà, e soprattutto di verità. Il divertimento, certo, ma anche l’insegnamento, la morale, la distinzione netta tra giusto e sbagliato. E le possibilità, che sembrano infinite, la meraviglia nascosta dietro ogni angolo, i desideri e il loro improvviso avverarsi, e ancora la magia – che altro non è se non un disinteressato dono di speranza al mondo – che irrefrenabili irrompono dispensando gioia, e commozione, e sorpresa. E in questo splendido spettacolo di fuochi d’artificio, il pulsare quieto di una felicità autentica, frutto maturo e squisito di una scelta, quella dell’obbedienza, della piena fedeltà a se stesso.


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La razionalità inefficace

Recensione di “L’impiccato di Saint-Pholien” di Georges Simenon

Georges Simenon, L'impiccato di Saint-Pholien, Adelphi
Georges Simenon, L’impiccato di Saint-Pholien, Adelphi

Un’intuizione, o forse solo una curiosità. Poi lo stupore, l’incredulità attonita, prima manifestazione del senso di colpa, infine la caparbietà rabbiosa, la volontà di fare luce, di comprendere, di scoprire, di giudicare e punire. E un attimo prima che cali il sipario, la verità, tanto agognata e insieme altrettanto tenacemente nascosta; i fatti nudi e inerti, compiuti, immodificabili, che non assolvono e non condannano, ma che non si possono dimenticare.


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Il talento e il genio

Recensione di “Il soccombente” di Thomas Bernhard

Thomas Bernhard, Il soccombente, Adelphi
Thomas Bernhard, Il soccombente, Adelphi

Gli insegnanti di musica, e poi il maestro Horowitz, incomparabilmente superiore a tutti loro, che ribalta ogni prospettiva, getta una luce completamente nuova sulla musica e riduce quel che c’è stato prima di lui al semplice e marginale ruolo di strumento di comprensione, di strada da percorrere per raggiungere una meta. Horowitz, la meta, e i professori che lo hanno preceduto null’altro che gradini da salire per arrivarci: “Eppure quegli atroci maestri ci erano stati utilissimi per capire Horowitz a fondo”.


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Lo scacco al re dell’ultima parola

Recensione di “Il grande sonno” di Raymond Chandler

Raymond Chandler, Il grande sonno, Feltrinelli
Raymond Chandler, Il grande sonno, Feltrinelli

“Non credo che il mio amico Philip Marlowe sia molto preoccupato di accertare se possieda o non una mente matura. Debbo riconoscere un’uguale mancanza di preoccupazioni per quanto mi riguarda. Se essere in rivolta contro una società corrotta vuol dire essere immaturo, allora Philip Marlowe è estremamente immaturo. Se vedere lo sporco dove c’è costituisce un’inadeguatezza di adattamento sociale, allora Philip Marlowe soffre di un’inadeguatezza di adattamento sociale. Naturalmente, Marlowe è un fallito, e lo sa. È un fallito perché non ha denaro.


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