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Recensioni

Recensioni di libri a cura de “Il Consigliere Letterario”, Paolo Vitaliano Pizzato.

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Un Tex che non si dimentica

Recensione di “Tex Albo Speciale n. 9: La valle del terrore” di Claudio Nizzi

recensione - La valle del terrore, Sergio Bonelli Editore
La valle del terrore, Sergio Bonelli Editore

Siamo sinceri, nessuno ama le rivisitazioni. In nessun campo. Quella canzone, quel film o quella storia che fanno parte del nostro bagaglio di ricordi devono restare “là”, così com’erano: quando interviene qualcun altro a “metterci le mani” ecco che la magia svanisce, e la forza del ricordo annichilisce anche il migliore degli omaggi. Ma non è sempre così, almeno non per quanto concerne La valle del terrore, nono numero della collana Tex Speciale (i famosi “texoni”), edito dalla Bonelli nel 1996 e ristampato più volte, fino alle versioni definitive del 2011 con il marchio Rizzoli Lizard (in un volume extralusso in b/n, o all’interno della Collezione Storica a Colori di Repubblica).

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Lo psicologo, il padre e l’assassino

Recensione di “Il discepolo” di Michael Hjorth e Hans Rosenfeldt

recensione Michael Hjorth, Hans Rosenfeldt, Il discepolo, Einadi
Michael Hjorth, Hans Rosenfeldt, Il discepolo, Einaudi

Un thriller di pregevole fattura, costruito non tanto sull’intreccio (comunque complesso, ricco di colpi di scena, di tensione, e capace di coinvolgere dalla prima all’ultima pagina) quanto sul disegno, psicologico e caratteriale, dei personaggi, dei protagonisti come delle figure di contorno.Leggi tutto »Lo psicologo, il padre e l’assassino

Giles, il Don Chisciotte che sconfisse il drago

Recensione di “Il cacciatore di draghi” di J.R.R. Tolkien

recensione J.R.R. Tolkien, Il cacciatore di draghi, Bompiani
J.R.R. Tolkien, Il cacciatore di draghi, Bompiani

Una terra che ha il nome fanciullesco e fantastico di Piccolo Regno, un protagonista, che non è altro che un umile contadino eppure si chiama come il più nobile dei nobili, Aegidius Ahenobarbus Julius Agricola de Hammo (“perché in quell’epoca, molto tempo fa […] le persone erano dotate di nomi altisonanti”), una prosa gentile, colma di grazia, di misura, piacevole e rassicurante come una carezza e nello stesso tempo carica di suggestione e mistero come un innocuo segreto sussurrato all’orecchio di un bambino.Leggi tutto »Giles, il Don Chisciotte che sconfisse il drago

Ogni giorno, dodicimila gocce di laudano

Recensione di “Confessioni di un oppiomane” di Thomas De Quincey

recensione - Thomas De Quincey, Confessioni di un oppiomane
Thomas De Quincey, Confessioni di un oppiomane
 

“È passato tanto tempo da quando presi l’oppio per la prima volta, che se fosse stato un incidente trascurabile della mia vita, avrei potuto dimenticarne la data: ma gli avvenimenti fondamentali non si possono dimenticare”.


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Non si risolve una tragedia nascondendola

Recensione di “Un dramma borghese” di Guido Morselli

recensione - Guido Morselli, Un dramma borghese, Adelphi
Guido Morselli, Un dramma borghese, Adelphi

Nella prigione di un corpo malato, che rende soffocante e insopportabile anche la raffinata ospitalità di un albergo, l’accogliente organizzazione delle camere, la sobria architettura degli spazi comuni; e da qui nell’abisso di un rapporto mai nato e d’improvviso esploso in una forma d’amore corrotta, disturbata, ossessiva, in un furente germogliare di irrazionale passione, in una pretesa d’esclusività sorda alla colpa e alla vergogna e testardamente ignara della realtà e delle sue regole, del vivere sociale e delle sue leggi, della morale e dei suoi dettati.


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Il fallace sillogismo della realtà “impossibile”

Recensione di “Assassinio sull’Orient-Express” di Agatha Christie

 
Agatha Christie, Assassinio sull'Orient Express, Mondadori
Agatha Christie, Assassinio sull’Orient Express, Mondadori

Difficile trovare, nel ricchissimo universo del romanzo giallo, un espediente narrativo che abbia più fascino del “delitto impossibile”. Compiere un crimine senza che si diano, almeno in apparenza, le condizioni per poterlo fare, rappresenta infatti ben più che una semplice sfida all’acume e all’intelligenza degli investigatori; è una sorta di elettrizzante scommessa che l’assassino (perché il delitto per eccellenza, si sa, è l’omicidio) stipula con se stesso, un atto estremo, uno spingersi orgoglioso e tracotante al di là dei propri limiti.


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Un fremito tra le scapole

Recensione di “Casa desolata” di Charles Dickens

recensione Charles Dickens, Casa desolata, Einaudi
Charles Dickens, Casa desolata, Einaudi

“Ciò che dobbiamo fare, leggendo Casa desolata (Bleak House), è rilassarci e lasciare che sia la spina dorsale a prendere il sopravvento. Benché si legga con la mente, la sede del piacere artistico è tra le scapole. Quel piccolo brivido che sentiamo lì dietro è certamente la forma più alta di emozione che l’umanità abbia raggiunto sviluppando la pura arte e la pura scienza.


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Tra il dio dell’amore e il dio della guerra

Recensione di “Marte in Ariete” di Alexander Lernet-Holenia

recensione - Alexander Lernet-Holenia, Marte in Ariete, Adelphi
Alexander Lernet-Holenia, Marte in Ariete, Adelphi

Da una parte la danza dionisiaca dello spirito, l’immateriale universo di pensieri, desideri e sentimenti il cui respiro libero non conosce restrizioni di sorta e ignora, con fanciullesca indifferenza, persino l’ordinato scorrere del tempo e le leggi della fisica; dall’altra l’imperio soffocante della materia, la dittatura spietata del reale, contro cui anche il più nobile dei sogni è destinato a infrangersi.


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La parabola di un epilettico

Recensione de “L’idiota” di Fedor Dostoevskij

recensione Fedor Dostoevskij, L'idiota, Rusconi
Fedor Dostoevskij, L’idiota, Rusconi

Malato perché epilettico, perché innocente, perché “completamente buono” e incapace di meschinità, di viltà; malato perché spettatore della vita (della propria prima che di quella altrui), perché spaventato dall’idea stessa di volere, di desiderare, di anteporre se stesso al prossimo; malato di misericordia, d’amore, di pietà, ma soprattutto di solitudine, il principe Myskin, protagonista de L’idiota di Fedor Dostoevskij, racchiude nella sua anima vergine gli estremi opposti dell’essenza e della negazione dell’umano.


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Il futuro, ineliminabile cancro del presente

Recensione di “Giganti” di Alfred Döblin

Alfred Döblin, Giganti, Mondadori
Alfred Döblin, Giganti, Mondadori

Fa pensare alle sentenze di Cassandra, profetessa condannata da Apollo a dire sempre la verità e a non esser mai creduta, l’apocalisse prossima ventura descritta da Alfred Döblin, fondatore e animatore instancabile del movimento espressionista tedesco, in Giganti, uno dei suoi lavori più ambiziosi e complessi, pubblicato una prima volta nel 1924 e poi, ampiamente rimaneggiato, nel 1932.


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