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Recensioni

Recensioni di libri a cura de “Il Consigliere Letterario”, Paolo Vitaliano Pizzato.

Cerca l’autore, il genere o il tema di tuo interesse, sono disponibili centinaia di recensioni.

Vite sacrificate sull’altare di irrealizzabili sogni

Recensione di “Cavalli selvaggi” di Cormac McCarthy

Cormac McCarthy, Cavalli selvaggi, Einaudi
Cormac McCarthy, Cavalli selvaggi, Einaudi

“Frasi che possono dare la vita o impartire la morte”. Così Saul Bellow definisce la prosa di Cormac McCarthy, il suo linguaggio splendido e violento, radicato nella viva primordialità della terra e scintillante di perfezione e dolore. Il raccontare di McCarthy ha il ritmo lento e inarrestabile della memoria e il respiro incessante dell’eternità della natura; sembra procedere a ritroso nel tempo, seguire un percorso di verità e d’essenza che assume il carattere prezioso di un conoscere non mediato e la forma perfetta di una riscoperta, di un viaggio all’origine stessa del mondo.


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Lolita, faticosa forma di un desiderio

Recensione di “Lolita” di Vladimir Nabokov

Vladimir Nabokov, Lolita, Adelphi
Vladimir Nabokov, Lolita, Adelphi

Esiste una ristretta cerchia di scrittori la cui prosa, miracolosamente lieve e nello stesso tempo così penetrante da riuscire non soltanto a raccontare il vero ma addirittura a dargli forma, in qualche modo a costruirlo, non conosce confini, restrizioni, limiti, divieti.


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L’impotente verità della confessione

Recensione di “Cattive intenzioni” di Karin Fossum

Karin Fossum, Cattive Intenzioni, Sperling & Kupfer
Karin Fossum, Cattive intenzioni, Sperling & Kupfer

Una pozza d’acqua che ricorda uno stagno, soffocata da pareti ripide, quasi a strampiombo; poco lontano, una casetta di villeggiatura in legno. È qui che tre ragazzi, tre amici di lunga data, il carismatco e vincente Axel Frimann, Philip Reilly, ombroso, inquieto e tossicodipendente e il depresso e ansioso Jon Moreno, prossimo a un crollo psicotico e in cura presso un centro specialistico, si ritrovano per un fine settimana. Ed è qui, alla mezzanotte del tredici settembre, che accade la tragedia, allo stesso tempo principio e fine di Cattive intenzioni, intensissimo thriller psicologico di Karin Fossum.


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Condannati a recitare una parte in commedia

Recensione di “l’eterno marito” di Fedor Dostoevskij

Fedor Dostoevskij, L'eterno marito, Garzanti
Fedor Dostoevskij, L’eterno marito, Garzanti

Pubblicato in due puntate sulla rivista Zarja nel 1870, due anni dopo l’uscita de L’idiota e mentre era in pieno svolgimento la stesura de I demoni, il romanzo breve L’eterno marito di Fedor Dostoevskij è un intenso dramma psicologico raccontato con i toni accesi di una farsa agrodolce; un intreccio di solitudini e silenzi, segreti e bugie che nel riflettere la coscienza inquieta e il tormentato mondo interiore di due uomini opposti per carattere e scelte di vita cerca di affrontare da un nuovo punto di vista quello che è il tema centrale di tutta la produzione del grande autore russo: la vita intima di ciascuno di noi, cuore di ogni nostra inconfessata brama, specchio del nostro io più autentico e terribile.


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Henry James: oltre i confini dell’esprimibile

Recensione de “Il giro di vite” di Henry James

Henry James, Giro di vite, Garzanti
Henry James, Giro di vite, Garzanti

Riunite in una vecchia casa alla vigilia di Natale, alcune persone ascoltano rapite una storia di puro raccapriccio. In una classica atmosfera da novella gotica, pervasa da una paura sottile e strisciante e resa elettrica da un senso di inquietudine cresciuto di pari passo allo svolgersi del racconto, ecco giungere, improvvisa, un’osservazione sconvolgente: la vicenda appena narrata aveva per protagonista un bambino, testimone di un’apparizione soprannaturale.Leggi tutto »Henry James: oltre i confini dell’esprimibile

Il vile patto d’affari tra mafia e politica

Recensione di “A ciascuno il suo” di Leonardo Sciascia

Leonardo Sciascia, A ciascuno il suo, Adelphi
Leonardo Sciascia, A ciascuno il suo, Adelphi

Elemento cardine di ogni intreccio giallo, la morte, nei romanzi di Leonardo Sciascia, proprio nel momento in cui compare cessa di essere un semplice (ancorché fondamentale) espediente letterario per assumere la ben più significativa valenza di simbolo, di trasparente metafora, di strumento di denuncia. Per il grande scrittore siciliano, infatti, l’omicidio è l’ultimo atto di un dramma che ha origini lontane, il precario epilogo di una storia innominabile e sordida, tragica e grottesca che in qualche modo riguarda un intero Paese, il suo impianto etico, politico e sociale.


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A che serve che un mostro viva? E a che serve ucciderlo?

Recensione di “I ragazzi del massacro” di Giorgio Scerbanenco

recensione - Giorgio Scerbanenco, I ragazzi del massacro, Garzanti
Giorgio Scerbanenco, I ragazzi del massacro, Garzanti

“La signorina Matilde Crescenzaghi fu Michele e Ada Pirelli, nubile, insegnava alla scuola serale Andrea e Maria Fustagni a una classe mista di ragazzi dai 13 ai vent’anni, la maggior parte dei quali erano stati in riformatorio, o avevano il padre alcolizzato o la madre dedita al meretricio, vi erano diversi tubercolosi e alcuni eredoluetici. Meglio sarebbe stato che la classe fosse stata tenuta da un sergente maggiore della legione straniera, e non da lei, fragile, delicata signorina della piccola borghesia dell’alta Italia”. Comincia così, con la presenza terribile e insensata della morte, di una morte violenta dispensata con intollerabile ferocia, I ragazzi del massacro, probabilmente il più cupo e amaro tra i romanzi gialli di Giorgio Scerbanenco.Leggi tutto »A che serve che un mostro viva? E a che serve ucciderlo?

La natura liquida dell’amore

Recensione di “Camere separate” di Pier Vittorio Tondelli

Pier Vittorio Tondelli, Camere separate, Bompiani
Pier Vittorio Tondelli, Camere separate, Bompiani

Nella cronaca impotente, nella memoria nuda di una storia d’amore troncata dall’incomprensibilità della morte, Pier Vittorio Tondelli si racconta con accenti di straziante sincerità. In una prosa che appare timida, ritrosa, e che ha il suono flebile del sussurro, l’autore sceglie la trasparente semplicità della confessione per cercare di dar forma al proprio mondo interiore in tumulto, per provare a mettere ordine in un’esistenza spesa tra meraviglia e passione, e inseguita, bramata e posseduta, anche se mai fino in fondo.


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Lontano come un desiderio. O una speranza

Recensione di “L’ultima favola russa” di Francis Spufford

Francis Spufford, L’ultima favola russa, Bollati Boringhieri

L’utopia comunista, il sogno di una società giusta, dell’uguaglianza, anzi della fratellanza tra gli uomini, finalmente realizzato; il profetico comandamento di Marx “da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni” divenuto realtà; le immense potenzialità di un’economia pianificata, perfettamente equilibrata nella produzione come nella distribuzione, trasformate in un sistema autonomo e autosufficiente; la promessa della costruzione di un mondo davvero diverso, di una nuova età dell’oro, della felicità e dell’abbondanza per tutti, mantenuta, realizzata.

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Una comprensione che cerca la perfezione

Recensione di “Herzog” di Saul Bellow

Saul Bellow, Herzog, Mondadori
Saul Bellow, Herzog, Mondadori

Paradigma del fallimento (o se si vuole della vita stessa, e della radicale impossibilità di ricavarne soddisfazione, appagamento), Moses Elkanah Herzog, protagonista del romanzo di Saul Bellow Herzog, pubblicato nel 1964 e vincitore, l’anno seguente, del prestigioso National Book Award, è un patetico re nudo, un eroe dei tempi moderni che di eroico non ha nulla e trascorre il proprio tempo consumandosi in rimpianti e in rivendicazioni tanto accese quanto sterili.


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