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Recensioni

Recensioni di libri a cura de “Il Consigliere Letterario”, Paolo Vitaliano Pizzato.

Cerca l’autore, il genere o il tema di tuo interesse, sono disponibili centinaia di recensioni.

Una gloriosa, indimenticabile sconfitta

recensione - Saul Bellow, Il dono di Humboldt
Saul Bellow, Il dono di Humboldt, Oscar Mondadori

Definito dal suo stesso autore “un romanzo comico sulla morte”, Il dono di Humboldt di Saul Bellow, pubblicato nel 1975 (un anno prima che lo scrittore statunitense ricevesse il Nobel per la letteratura) e insignito del premio Pulitzer, oltre a essere un’agrodolce riflessione sul senso dell’esistere e sulla sua conclusione, è la ruvida esplorazione del mondo interiore di un uomo, delle sue speranze, dei sogni coltivati, delle sconfitte patite, delle illusioni cullate a dispetto di tutto e di tutti.

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La filosofia lucidissima e incoerente di un romanziere

Recensione di “I fratelli Karamazov” di Fedor Dostoevskij

Fedor Dostoevskij, I fratelli Karamazov, Mondadori
Fedor Dostoevskij, I fratelli Karamazov, Mondadori

Simboli dell’uomo, della sua miseria come della sua grandezza; incarnazioni, o per dir meglio momenti, dell’eterno conflitto tra bene e male; maschere tragiche e grottesche delle forze sociali, intellettuali e spirituali che agitavano la Russia di fine XIX secolo, i componenti della famiglia Karamazov (il padre Fedor, i figli Dmitrij, Ivan e Aleksej e l’illegittimo Smerdjakov), protagonisti de I fratelli Karamazov, l’ultimo e più ambizioso romanzo di Dostoevskij, sono soprattutto la più limpida rappresentazione dell’anima dell’autore, lo specchio delle sue lacerazioni.


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Tertium non datur: lo splendido mistero di Borges

Recensione di “L’Aleph” di Jorge Luis Borges

Jorge Luis Borges, L'Aleph, Adelphi
Jorge Luis Borges, L’Aleph, Adelphi

Proprio come i temi su cui più insistentemente si sofferma, la scrittura di Jorge Luis Borges sembra tessuta d’infinito. Immortale per intrinseca perfezione, la sua prosa sfugge a ogni possibile definizione, a qualsiasi categorizzazione;Leggi tutto »Tertium non datur: lo splendido mistero di Borges

Una città nascosta dalla natura e investita dalla storia

Recensione di “La cronaca di Travnik” di Ivo Andric

 

Ivo Andric, La cronaca di Travnik, Mondadori
Ivo Andric, La cronaca di Travnik, Mondadori

Principio del XIX secolo. A Travnik, capitale della Bosnia ottomana, luogo di incontro di culture diverse, crocevia di differenti sensibilità religiose, “città rifugio” (ma anche “città prigione”) per le diverse etnie che la abitano, giunge, a rappresentare la Francia e il suo bellicoso imperatore, Napoleone Bonaparte, il console Jean Baptiste-Etienne Daville.


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La fatica d’Ercole, il divertito dispetto di Puck

Recensione di “Mason & Dixon” di Thomas Pynchon

Thomas Pynchon, Mason & Dixon, Bur

Romanzo storico per ambientazione e sorprendente “saggio” filologico per scelta linguistica, Mason & Dixon di Thomas Pynchon è forse il più sperimentale tra i suoi lavori; si tratta, infatti, di un torrenziale, meraviglioso esercizio di stile dove ogni cosa sembra intrecciarsi al suo opposto, dove il passato abbraccia l’invenzione, la razionalità si ubriaca di follia e la realtà sfuma nell’universo sconfinato dell’immaginazione creatrice.


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Canton, approdo dei sogni e dimora d’incubi

Recensione de “Il fiume dell’oppio” di Amitav Ghosh

recensione - Amitav Ghosh, Il fiume dell'oppio
Amitav Ghosh, Il fiume dell’oppio, Neri Pozza

Si dipana lungo il filo rosso della tempesta, e del suo incontrollabile furore, il bellissimo romanzo di Amitav Ghosh Il fiume dell’oppio, secondo capitolo della Trilogia della Ibis. Chiuso con un fortunale il primo libro, Mare di papaveri (di cui ho già scritto nel blog), lo scrittore indiano per prima cosa si preoccupa di assicurare continuità logica e cronologica alla trama (offrendo in tal modo un sicuro appiglio ai lettori, che non rischiano di perdersi tra le decine di personaggi e l’estrema ricchezza della rievocazione storica), poi si concentra su un racconto che, per struttura e stile, è l’esatto opposto di quello narrato nell’opera d’esordio.

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Dalla vastità dell’orizzonte alla meraviglia del dettaglio

Recensione di “In viaggio con le amiche” di Isa Grassano

Isa Grassano, In viaggio con le amiche, Newton Compton
Isa Grassano, In viaggio con le amiche, Newton Compton

Per sua natura, il viaggio è un materiale narrativo sfuggente. La sua dimensione, pubblica quanto a mete prescelte, è per molti altri aspetti squisitamente intima e coinvolge sentimenti, emozioni, stati d’animo. Raccontarlo per intero, dunque, valorizzandone come merita la complessità, significa dar corpo a una scrittura multiforme, adattabile, capace di aprirsi alla vastità dell’orizzonte e un attimo dopo di soffermarsi sulla meraviglia di un singolo dettaglio.


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Milano, metropoli in decomposizione

Recensione di “Traditori di tutti” di Giorgio Scerbanenco

recensione - Giorgio Scerbanenco, Traditori di tutti, Garzanti
Giorgio Scerbanenco, Traditori di tutti, Garzanti

Chiave d’accesso a una vicenda tanto intricata quanto sordida, il duplice omicidio con cui si apre Traditori di tutti di Giorgio Scerbanenco (pubblicato nel 1966 e insignito, due anni più tardi, del prestigioso Grand Prix de Littérature policière) è la rappresentazione – la più terribile e insieme la più vera – del disfacimento morale di una società.


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Il drive-in alla fine del mondo

Joe R. Lansdale, Drive-in. La trilogia, Einaudi
Joe R. Lansdale, Drive-in La trilogia, Einaudi

L’Orbit è un drive-in, il più grande del Texas, probabilmente il più grande mai esistito. Ed è un’attrazione irresistibile, specie il venerdì sera, quando sui suoi sei maxischermi si proiettano senza sosta i film della Grande Nottata Horror. Un appuntamento che attrae folle oceaniche, file interminabili di auto, legioni di appassionati di ogni età pronti a godersi ore e ore di libertà assoluta tra pellicole che rigurgitano violenze di ogni sorta.

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Con gli occhi di una donna. E il cuore di una madre

Recensione di “A un cerbiatto somiglia il mio amore” di David Grossman

David Grossman, A un cerbiatto somiglia il mio amore, Mondadori
David Grossman, A un cerbiatto somiglia il mio amore, Mondadori

Si riflettono nelle ansie di una madre i travagli di un popolo, i traumi di una nazione, le ferite aperte di una comunità attraversata da guerre continue, conflitti feroci, isolati e disperati gesti di vendetta. Riverberano nell’anima fertile di una donna, nella sua ostinata volontà di vita, il fragore delle esplosioni, il rantolo dei moribondi, le urla agghiaccianti dei torturati e l’inumana determinazione degli aguzzini.


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