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Romanzi

Recensioni di libri di genere romanzo a cura de “Il Consigliere Letterario”.

Un plumbeo orizzonte

Recensione de “I santi muti” di Antonio Carnevale

Antonio Carnevale, I santi muti, Zandonai Editore

Eleonora Molisani, cara amica e lettrice infaticabile e colta, dopo aver scritto una bellissima recensione del mio primo romanzo Quella solitudine immensa d’amarti solo io (se siete interessati la trovate qui) si è occupata di un altro libro, I santi muti, di Antonio Carnevale. E ha scritto un’altra volta qualcosa di splendido, un “consiglio letterario” che, non ho dubbi, una volta letto avrete voglia di seguire. A Eleonora il mio ringraziamento per aver nuovamente arricchito il blog, all’autore i più sinceri complimenti per aver scritto il libro.


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Amore e storia

Recensione di “La figlia del capitano” di Aleksandr Sergeevic Puskin

Aleksandr Puskin, La figlia del capitano, Bur

Si può considerare una sorta di testamento spirituale il lungo racconto La figlia del capitano di Aleksandr Sergeevic Puskin, pubblicato nell’inverno del 1836, pochi mesi prima che il grande scrittore, poeta e drammaturgo russo morisse a causa di una grave ferita subita in un duello d’onore (aveva sfidato Georges D’Anthès, presunto amante della moglie). La vicenda, che ha i contorni precisi di una cronaca storica e il tumultuoso andamento di una storia d’amore e d’avventura, narra del giovane Pëtr Andréevic Grinëv, figlio di un severo ufficiale ormai a riposo, che viene inviato dal padre in una fortezza distante una quarantina di chilometri dalla città di Orenburg: nelle intenzioni del genitore, il servizio militare, prestato lontano dagli svaghi e dalle raffinatezze di San Pietroburgo, sarà di fondamentale importanza nel percorso formativo del ragazzo. Leggi tutto »Amore e storia

Delle parole e delle cose

Recensione de “La vita agra” di Luciano Bianciardi

Luciano Bianciardi, La vita agra

Un virulento pamphlet, una satira dura, potente, inarrestabile, un fiume in piena di indignazione, un’acutissima commedia umana, un romanzo di denuncia sociale, un racconto autobiografico che lascia poco spazio all’invenzione e all’immaginazione. La vita agra di Luciano Bianciardi sfugge a ogni facile definizione e si presta a molteplici interpretazioni; quasi fosse dotata di una sensibilità propria, l’opera muta al mutare della sensibilità del lettore; si svela con cautela, con una sorta di sostenuta timidezza.

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Freud e Dio

Recensione di “Danny l’eletto” di Chaim Potok

Chaim Potok, Danny l’eletto, Garzanti

L’amicizia tra Danny Saunders e Reuven Malter, ragazzi ebrei divisi da approcci diversi alla fede, è un simbolo. Riflette l’anarchica esuberanza e la passione scomposta ma sincera proprie dell’adolescenza, ma soprattutto il conflitto radicale tra ossequio alla tradizione religiosa e apertura alla modernità. Le rigide regole della comunità chassidica cui appartiene Danny, figlio di un rabbino rispettato fin quasi alla venerazione, escludono qualsiasi tipo di “contaminazione”, dunque perfino Reuven, ebreo ortodosso, figlio di uno studioso del Talmud, colpevole solo di non essere un chassid. I due ragazzi, però, pur tra mille difficoltà, trovano il modo di incontrarsi, confrontarsi, capirsi. Danny è attratto da una materia “impura”, la psicologia, mentre Reuven vuole studiare per diventare rabbino; il loro orizzonte culturale, così come il loro credo, più che allontanarli, li unisce. Malgrado tutto e tutti.. Leggi tutto »Freud e Dio

I soldi degli altri

Recensione di “JR” di William Gaddis

William Gaddis, JR, Alet

William Gaddis è uno dei più importanti autori del Novecento e sorprendentemente uno dei meno conosciuti. “Colpa”, se di colpa si può parlare, del suo stile di scrittura, volutamente ampolloso, bizantino, talmente ricercato di risultare, a tratti, stucchevole. Tutte queste caratteristiche, funzionali alla volontà dell’autore di virare in farsa i temi trattati nei suoi romanzi (perché la vita, a conti fatti, non è che una ridicola tragedia), rendono la sua prosa difficilmente traducibile – Gaddis è americano. Per fortuna sua, nostra, e di tutti coloro che non conoscono l’inglese alla perfezione, un suo romanzo, JR, oltre a essere un capolavoro è anche una meravigliosa innovazione stilistica; si sviluppa infatti come un ininterrotto dialogo diretto. Si legge dunque senza alcun problema anche tradotto. Consiglio di partire da qui nell’esplorazione dell’universo di Gaddis. Vi aspetta un’esperienza che non dimenticherete facilmente. Ora, se non siete ancora stanchi di leggere, una nota sul romanzo (e sull’autore) che ho pubblicato anche nel mio  profilo su Facebook (Paolo Vitaliano Pizzato). Leggi tutto »I soldi degli altri

Timshel, tu puoi

Recensione de “La valle dell’Eden” di John Steinbeck

John Steinbeck, La valle dell’Eden, Mondadori

“Il romanzo di maggiore risonanza del secondo dopoguerra è […] East of Eden (La valle dell’Eden), grande affresco sociale […] strutturalmente vario e complesso, che segna un momentaneo ritorno tematico alla California. Secondo Laura Hobson, Steinbeck lo concepisce con l’intento di dedicarlo ai figli, per far loro conoscere la storia della migrazione dei propri antenati che intrapresero il cammino verso l’Ovest dopo la guerra civile.

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Nessuna stagione

Recensione di “L’Arminuta” di Donatella Di Pietrantonio

Donatella Di Pietrantonio, l’Arminuta, Einaudi

E se non esistesse una stagione per la verità? Se nessuna età fosse mai abbastanza matura per riceverla né abbastanza forte per sopportarla? Se la verità, così nobile e bella, così pura e lucente da essere, come la virtù, premio a se stessa, fosse, proprio a motivo della sua perfezione, destinata a non poter camminare tra gli uomini, a non poter essere tra loro, che ne sarebbe di lei?

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L’inafferrabile scrivere

Recensione de “L’educazione sentimentale” di Gustave Flaubert

Gustave Flaubert, L’educazione sentimentale, Garzanti

“Una voce apocrifa del flaubertiano Dictionnaire des idées réçues potrebbe definire Flaubert con queste parole: «In lui coesistevano un romantico che trovava banale la realtà, e un realista che trovava vuoto il romanticismo, e un artista che trovava grottesco il borghese e un borghese che trovava pretenziosi gli artisti; il tutto nella prospettiva di un misantropo che trovava tutti ridicoli». Questa definizione, certo arguta, appartiene in realtà a Emile Faguet, eminente rappresentante della storiografia letteraria francese alla fine del XIX secolo, e costituisce una simpatica dichiarazione d’impotenza: Flaubert è irriducibile alle grandi classificazioni della letteratura”.

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Un vorticare inerte

Recensione de “Il paradiso maoista” di Philip K. Dick

Philip K. Dick, Il paradiso maoista, Fanucci

Gather yourselves togheter, che si potrebbe tradurre, più o meno letteralmente, con l’imperativo ‘Ricomponetevi’ o ‘Radunatevi assieme’, è il titolo originale di questo inedito dickiano, pubblicato per la prima volta nel 1994 in una tiratura di pochi esemplari da una piccola casa editrice americana […].

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Un’eroica, tragica odissea

Recensione di “Lonesome Dove” di Larry McMurtry

Larry McMurtry, Lonesone Dove, Einaudi

La natura è un dio immanente, capace di colmare gli occhi degli uomini di indicibile meraviglia e di flagellarne le membra e spezzarne lo spirito con la furia delle tempeste, la calura soffocante e implacabile, i morsi rabbiosi del gelo, l’astuzia predatoria degli animali selvaggi. Burattini su un palcoscenico sconfinato fatto soltanto di cielo e di orizzonti che costringono lo sguardo ad arrancare lungo una vertigine d’assenza, gli uomini, sconsiderati figli del respiro del vento e di una terra muta che è polvere ed erba, attraversano gli anni al riparo delle rozze consuetudini dell’amicizia virile, nello spontaneo affratellarsi figlio della guerra, nell’affetto incrollabile e primitivo che unisce l’animale al suo padrone rendendoli una cosa sola di fronte alle fortune e alla disgrazie e nell’inafferrabilità dell’amore, le cui segrete vie sono cammino d’esaltazione o dura marcia di sofferenza, spesso entrambe le cose. Leggi tutto »Un’eroica, tragica odissea