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Romanzi

Recensioni di libri di genere romanzo a cura de “Il Consigliere Letterario”.

Amore e guerra

Recensione di “Confusione. La saga dei Cazalet III” di Elizabeth Jane Howard

Elizabeth Jane Howard, Confusione, Fazi Editore
Elizabeth Jane Howard, Confusione, Fazi Editore

A confondere, a ottundere menti e fiaccare corpi, è l’atrocità della guerra, con la sua infinita conta dei morti, con il tragico appello di nomi e cognomi di caduti tra i quali occhi in egual misura colmi di speranza e terrore cercano quelli dei propri congiunti, dei propri cari; a confondere sono il dolore e la sofferenza che, come fiori selvatici, sembrano crescere ovunque; a confondere è la vita, superba nel suo sovrano disprezzo per le esistenze dei singoli e così insopportabilmente fiera di apparire ingiusta, anzi di essere ingiusta.


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Le spietate intemperie del linguaggio

Recensione di “Great Jones Street” di Don DeLillo

Don DeLillo, Great Jones Street, Einaudi
Don DeLillo, Great Jones Street, Einaudi

Un luogo e un non-luogo, una realtà e il suo contrario, ma anche una iperrealtà, uno spazio non identificabile eppure concreto dove si incontrano, compenetrandosi, le prospettive impossibili di incubi generati da un’immaginazione vertiginosa e insaziabile e i quotidiani orrori figli della peste oscura e onnipresente della modernità, le logiche predatorie di un presente che odora di fogna e Medioevo e le fughe impazzite, incoerenti, sature di ogni possibile follia, di chi non riesce a pensare ad altro che a sopravvivere.


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Prolèt libero, Popòl prende tutto

Recensione di “Mea Culpa” di Louis-Ferdinand Céline

 

Louis-Ferdinand Céline, Mea culpa, Guanda
Louis-Ferdinand Céline, Mea culpa, Guanda

1936. Di ritorno da un viaggio a Mosca e Leningrado, di ritorno dalla terra dell’uomo nuovo, dall’utopia finalmente realizzata, dalla sola dittatura non solo desiderata e desiderabile, ma finalmente compiuta, quella del proletariato, Louis-Ferdinand Céline scrive Mea Culpa, poco più di una ventina di pagine che, lungi dal limitarsi a narrare quel che ha visto (e soprattutto compreso) della Russia post-rivoluzionaria, del “paradiso socialista”, offrono un ben preciso orizzonte geografico (nient’altro che un pretesto, in realtà, un’occasione come un’altra per continuare a dedicarsi alla scrittura) al tema cardine di tutta la sua produzione letteraria: la denuncia, tanto più sardonica quanto più autentica, di quell’oscena menzogna, di quell’avvilente spettacolo di vile ignoranza, disgustosa crudeltà e ripugnante opportunismo che ha l’altisonante nome di umanità.


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Una magistra vitae più efficace della storia

Recensione di “Atti relativi alla morte di Raymond Roussel” di Leonardo Sciascia

Leonardo Sciascia, Atti relativi alla morte di Raymond Roussel, Sellerio
Leonardo Sciascia, Atti relativi alla morte di Raymond Roussel, Sellerio

“Innegabilmente, ci sono molti punti oscuri negli ultimi giorni di vita e nella morte di Raymond Roussel; e se si declinano dal punto di vista del sospetto, la vicenda assume un che di misterioso, da detective story […]. Ma forse questi punti oscuri che vengono fuori dalle carte, dai ricordi, apparivano, nell’immediatezza dei fatti, del tutto probabili e spiegabili. I fatti della vita sempre diventano più complessi ed oscuri, più ambigui ed equivoci, cioè quali veramente sono, quando li si scrive – cioè quando da ‘atti relativi’ diventano, per così dire, ‘atti assoluti’”.


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Il gioco delle pulci e la poesia

recensione William Gaddis, L'agonia dell'agape, Alet Edizioni
William Gaddis, L’agonia dell’agape, Alet Edizioni

Un saggio trasformato in un romanzo; il lavoro di un’intera vita, in attesa di essere sistematizzato e concluso, divenuto, nella piena coincidenza tra personaggio e autore, prosa, e stile, e musicalità della lingua, e armonia del periodo. E l’arte, privilegiato oggetto di riflessione, che perde di significato e svanisce in un tempo nel quale “ciascuno è artista di se stesso”, in un tempo in cui, poiché ogni cosa è riproducibile, niente che sia davvero autentico è più necessario.Leggi tutto »Il gioco delle pulci e la poesia

Un muto esorcismo

Recensione di “Vergogna” di John Maxwell Coetzee

John Maxwell Coetzee, Vergogna, Einaudi
John Maxwell Coetzee, Vergogna, Einaudi

Forse non c’è un tempo per nascere e uno per morire, né uno per uccidere e uno per guarire. Forse non esistono, nell’opaca dimensione degli uomini, nella loro patetica debolezza travestita d’impeto, né il tempo per amare né quello per odiare, e all’orizzonte impallidiscono fino a svanire tanto il tempo per la guerra quanto quello per la pace.


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L’era della malafede

Recensione di “Igiene dell’assassino” di Amélie Nothomb

Amélie Nothomb, L'igiene dell'assassino, Guanda
Amélie Nothomb, Igiene dell’assassino, Guanda

Non si odia quando si smette di amare, si odia (sgomenti, atterriti e in buona misura increduli) quando si comprende, senza possibilità d’errore, che non esistono ragioni per amare coloro che con tutte le nostre forze desidereremmo amare. L’odio, dunque, non è il passo conclusivo di un traumatico cortocircuito emotivo dapprima inghiottito nel silenzioso, impotente cono d’ombra della delusione e poi consumato nell’impetuosa irrazionalità della frustrazione e della rabbia; è il prodotto – esatto, gelido, implacabile – di un ferreo ragionare, il risultato incontestabile di unequazione; è la nuda presa d’atto di una verità evidente, la negazione netta di ogni possibile meccanismo di negazione, di qualsiasi giustificazione si possa concepire.


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Ogni omissione è un mancato atto d’amore

Recensione di “Il tempo dell’attesa. La saga dei Cazalet II” di Elizabeth Jane Howard

 

Elizabeth Jane Howard, Il tempo dell'attesa, Fazi Editore
Elizabeth Jane Howard, Il tempo dell’attesa, Fazi Editore

Settembre 1939. Leggerezza, spensieratezza e perfino felicità sbiadiscono nel ricordo, impallidiscono nella memoria per far ritorno, come spettri, furie, erinni, nella rabbia e nello sdegno per l’illusoria “pace con onore” orgogliosamente rivendicata dal Primo Ministro Chamberlain.


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Un avversario peggiore degli idoli

Recensione di “Il sacro amplesso” di Mario Brelich

Mario Brelich, Il sacro amplesso, Adelphi
Mario Brelich, Il sacro amplesso, Adelphi

“E Tare, essendo vissuto settant’anni, generò Abramo, Nahor e Haran. E queste sono le generazioni di Tare: Tare generò Abramo, Nahor e Haran; e Haran generò Lot. Or Haran morì in presenza di Tare suo padre, nel suo natio paese, in Ur de’ Caldei. Ed Abramo e Nahor si presero delle mogli; il nome della moglie di Abramo era Sarai; e il nome della moglie di Nahor, Milca, la quale era figliuola di Haran, padre di Milca e d’Isca. Or Sarai era sterile, e non aveva figliuoli […]. Leggi tutto »Un avversario peggiore degli idoli

5 alfa reduttasi

Recensione di “Middlesex” di Jeffrey Eugenides

Jeffery Eugenides, Middlesex, Mondadori
Jeffrey Eugenides, Middlesex, Mondadori

“Cantami, o diva, del quinto cromosoma la mutazione recessiva! Cantami di come fiorì sui pendii del Monte Olimpo, due secoli e mezzo or sono, tra capre che belavano e olive che rotolavano. Cantami le nove generazioni per cui viaggiò sotto mentite spoglie, sopito nel sangue inquinato della famiglia Stephanides. E cantami la Provvidenza, che sotto forma di massacro lo risvegliò per trasportarlo, come fa con i semi il vento, fino in America, dove le piogge industriali lo fecero precipitare su quel fertile terreno del Midwest che era il ventre di mia madre”.


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