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Romanzi

Recensioni di libri di genere romanzo a cura de “Il Consigliere Letterario”.

Pessimist Anticant e Popular Sentiment

Recensione di “L’amministratore” di Anthony Trollope

Anthony Trollope, L'amministratore, Sellerio Editore
Anthony Trollope, L’amministratore, Sellerio Editore

L’immaginaria cittadina di Barchester, “degna di nota più per la bellezza della cattedrale e l’antichità dei monumenti, che per una particolare prosperità commerciale”, specchio di tante altre reali città inglesi; il Jupiter, influente e temuto quotidiano dietro il quale si intravede The Times (che ai tempi di Trollope si chiava The Thunder); il saggio e mortifero dottor Pessimist Anticant, la cui fin troppo rigida figura, messa piacevolmente in burla, rivela più che nascondere il profilo di Thomas Carlyle; e infine il celebre romanziere Popular Sentiment, che altri non è se non Charles Dickens, il più noto e amato uomo di lettere dell’età vittoriana.Leggi tutto »Pessimist Anticant e Popular Sentiment

Una pallida, rachitica dignità

Recensione di “Età di ferro” di John Maxwell Coetzee

John Maxwell Coetzee, Età di ferro, Einaudi
John Maxwell Coetzee, Età di ferro, Einaudi

Spezzata dal dolore, erosa dalla debolezza, dall’impotenza, sedotta dalla viltà, incatenata dal timore, fiaccata dalla malattia, tormentata dai ricordi, torturata dai rimorsi, incompleta, formata solo in parte, come un feto prematuramente espulso da un grembo immaturo, imperfetto, ferito. Così è la vita di Elizabeth Curren, insegnante in pensione protagonista del romanzo Età di ferro dello scrittore sudafricano John Maxwell Coetzee.


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L’erudito e lo stolto

Recensione di “Yoshe Kalb” di Israel J. Singer

Israel J. Singer, Yoshe Kalb, Adelphi
Israel J. Singer, Yoshe Kalb, Adelphi

Galizia, a cavallo tra XIX e XX secolo. Qui, in una terra che per i gentili è soltanto la provincia più settentrionale dell’Impero Austro Ungarico, un’area povera e contadina situata tra Polonia e Ucraina, e che il colorato, chiassoso, imperfetto, palpitante mondo dell’ebraismo chassidico popola di vita, tradizioni, magia ed esoterismo, carica di simbologia e misticismo, benedice e maledice nel nome di Dio e dei più santi tra i santi e benevolmente lascia prosperare all’ombra degli affari (leciti e illeciti) dei rabbini e delle comunità da loro guidate, i destini di un popolo vengono forgiati, e il suo futuro scritto.


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Muti palpiti d’infelicità

Recensione di “Quel che resta del giorno” di Kazuo Ishiguro

Kazuo Ishiguro, Quel che resta del giorno, Einaudi
Kazuo Ishiguro, Quel che resta del giorno, Einaudi

Come il palpitare della vita percepito attraverso un grembo materno. Come il brulicare operoso, infaticabile, di insetti e formiche nella calda semioscurità dei loro nidi. Come l’erompere, il divampare delle forze primordiali della terra che il silenzio del mondo accoglie in sé. Come tutto ciò che, inespresso a parole, è costretto alla marginalità nervosa di un gesto, di uno sguardo, di un sorriso trattenuto, di una lacrima ricacciata in gola a forza.


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Piccole cose a precipizio sulla storia

Recensione di “Gli anni della leggerezza. La saga dei Cazalet I” di Elizabeth Jane Howard

Elizabeth Jane Howard, Gli anni della leggerezza, Fazi Editore
Elizabeth Jane Howard, Gli anni della leggerezza, Fazi Editore

1937. Il controllato piacere di vivere, la sobria felicità della ricca borghesia inglese hanno il ritmo quieto e regolare dei riti immutabili della quotidianità familiare e del rispetto rigoroso delle convenzioni sociali; il microcosmo individuale, con il suo circolo chiuso di affetti, ruota all’unisono con il formicolare della vita di società; gli impegni e i doveri della professione si stemperano nella generosa concessione di svaghi e ozi, tra eleganti pranzi al club e deliziose serate a teatro, mentre agli incontri d’affari riservati ai soli uomini fanno da contraltare le fitte chiacchiere tra donne scambiate all’ora del the.


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Tra la realtà e la profezia

Recensione de “Il Castello” di Franz Kafka

Franz Kafka, Il Castello, Newton Compton Editore
Franz Kafka, Il Castello, Newton Compton Editore

Che sia l’identità la nostra più grande fragilità? Che sia proprio quell’assoluto bisogno di essere riconosciuti (e dunque in qualche misura accettati) per quel che si è, quell’urgenza che pretende venga colto (e accolto) tutto quanto contribuisce, per quanto impercettibilmente, a distinguerci da ogni altro, l’origine della nostra debolezza? Che sia quel che ci fa unici a condannarci?Leggi tutto »Tra la realtà e la profezia

Verso il baratro dello scacco matto

Recensione di “Aspettando i barbari” di John Maxwell Coetzee

John Maxwell Coetzee, Aspettando i barbari, Einaudi
John Maxwell Coetzee, Aspettando i barbari, Einaudi

Un’anonima cittadina fortificata agli estremi confini di un non ben definito Impero. Poco lontano, un lago le cui acque stanno diventando sempre più salate; tutto intorno la sterminata uniformità del deserto e al di là di quella distesa gli indistinti contorni delle montagne.

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La virtù delle mappe

Recensione de “La zattera di pietra” di José Saramago

José Saramago, La zattera di pietra, Einaudi
José Saramago, La zattera di pietra, Einaudi

“La prima crepa comparve su un gran lastrone naturale, levigato come la tavola dei venti, in qualche punto di questi Monti Alberes che, all’estremità orientale della cordigliera, scendono regolari verso il mare […]. La seconda crepa, ma per il mondo la prima, si ebbe a molti chilometri di distanza, sul versante del golfo di Biscaglia, non lontano da un luogo dolorosamente celebre nella storia di Carlo Magno e dei suoi Dodici Pari, un posto chiamato Roncisvalle […]. Leggi tutto »La virtù delle mappe

La grammatica del mondo

Recensione di “La ripetizione” di Peter Handke

Peter Handke, La ripetizione, Garzanti
Peter Handke, La ripetizione, Garzanti

Scoperta di sé e dissoluzione. Ricerca e ritrovamento. Palingenesi. Alba di tutte le cose. Il lento sgretolarsi di tutto ciò che crediamo di conoscere e il parallelo ricomporsi del vivo e dell’inanimato; il persistere, nel ricordo, delle persone, e il formarsi, come di concrezioni di roccia, del cielo e della terra, d’alberi, laghi, fiumi e montagne, di foreste e campi coltivati.


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