In Germania
Recensione di “Simplicius Simplicissimus” di Hans Jakob Christoffel von Grimmelshausen
“Nel suo racconto Das Treffen in Telgte Günter Grass si accinge a descrivere un
“Nel suo racconto Das Treffen in Telgte Günter Grass si accinge a descrivere un
“Dopo aver finito di leggere Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi sono andato alla
Il dialetto milanese esibito nello stesso tempo con orgoglio e disprezzo; il primo
Anime. Così erano designati, nella Russia ottocentesca, i servi della gleba, indispensabile forza lavoro a disposizione dei piccoli e grandi proprietari terrieri. Per ciascuna di queste anime, il sistema di tassazione allora vigente prevedeva il pagamento di una tassa di possesso
“Sembra che le case di bambola, perfette imitazioni in scala degli alloggi del ceto borghese, si siano diffuse in Inghilterra sotto
Leggi tutto »Tre volte grande
“I ‘Canterbury Tales’ (che il Chaucer ideò intorno al 1387) costituiscono la vasta e multiforme epopea della società medievale inglese, colta nel periodo in cui questa stava passando dal feudalesimo all’organizzazione nazionale. Tale trasformazione, che aveva avuto inizio assai prima della nascita del poeta e si sarebbe compiuta molto tempo dopo la sua morte, fu affrettata durante il corso della sua vita da profondi rivolgimenti politici ed economici.
“Da una decina d’anni sono convinto che la distruzione del mito sovietico sia essenziale se desideriamo una rinascita del movimento socialista. Al mio ritorno dalla Spagna ho pensato di smascherare tale mito tramite una storia che potesse essere facilmente compresa da quasi tutti e che fosse agevolmente traducibile in altre lingue.Leggi tutto »Marx a quattro zampe
Città impossibile da abitare eppure indimenticabile. Città-mondo che esplode di contraddizioni, città-sirena dalle irresistibili lusinghe e città-memoria, che decadente si specchia nel proprio passato trionfante e polveroso. Città esausta, giunta alla fine del secolo curva su se stessa come un vecchio, e città divisa, arena d’angeli e demoni, cancello del paradiso e baratro infernale, sovrastata da un cielo diviso, il “cristiano” e il “romano”, destinati a restare “di segno opposto”.
Molteplice come i nomi cui può fare riferimento, o come i luoghi (reali o fantastici) che suggerisce alla memoria e all’immaginazione; complessa, come la verità che sembra promettere ma che continuamente sfugge, in un gioco di rimandi, di relazioni impossibili e di disordine creativo nel quale, come nell’immobile eterno ritorno dell’araba fenice, principio e fine coincidono;
Un romanzo senza eroi, un ritratto divertito e perfido di un brulicante microcosmo, quello della società inglese nel primo trentennio del XIX secolo. E sullo sfondo il drammatico incalzare della storia, con il definitivo tramonto di Napoleone e il tragico eroismo dei soldati a Waterloo. Nel suo capolavoro, La fiera delle vanità, William Makepeace Thackeray mescola con abilità i toni asciutti e severi del realismo e l’acuta leggerezza della commedia umana, il disciplinato rigore delle descrizioni d’ambiente e l’ironia esplosiva (che in qualche caso giunge fino alla caricatura) del disegno dei caratteri.
Leggi tutto »La seduzione della vanità. Un peccato da mettere in burla