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Storico

Recensioni di libri di genere storico a cura de “Il Consigliere Letterario”.

… a conoscere il ghiaccio

Recensione di “I racconti di Kolyma” di Varlam Salamov

Varlam Salamov, I racconti di Kolyma, Einaudi

Kolyma, Siberia. Una terra spoglia, coperta dai ghiacci per undici mesi l’anno, dove la temperatura arriva a toccare anche i sessanta gradi sotto zero e lo sputo gela in aria. È qui che negli anni più bui dello stalinismo vengono deportate decine di migliaia di persone, chiuse in campi di lavoro che in nulla differiscono dai lager nazisti e sfruttate in ogni modo possibile per disboscare, costruire strade, estrarre minerali (oro soprattutto) dai giacimenti.

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“La presente per comunicarle…”

Recensione di “Un regalo del Führer” di Charles Lewinsky

Charles Lewinsky, Un regalo del Führer, Einaudi

La presente per comunicarle che lei è stato inserito nei ranghi del trasporto. La neutralità apparente del linguaggio burocratico, la sua impersonale lontananza e la calcolata freddezza che vanno in frantumi dinanzi alla tragedia e loro malgrado svelano (addirittura denunciandolo, seppur non consapevolmente, bensì per una sorta di riflesso involontario) l’orrore dello sterminio pianificato in tutti i suoi dettagli, la perfezione assassina del lucido delirio antisemita nazista.

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Cronaca, romanzo, atto d’amore

Recensione di “Il Messico insorge” di John Reed

John Reed, Il Messico insorge, Einaudi

“Francisco I. Madero rovesciò la dittatura del generale Porfirio Díaz senza troppa fatica, dopo una tempestosa campagna elettorale e un breve movimento armato, tra il novembre 1910 e il maggio 1911 […]. Madero, figlio di ricchi proprietari terrieri, era un uomo buono e generoso, ma gli mancava la capacità di cogliere gli immensi problemi politici e sociali creati dalla lunga dittatura di Díaz. Giunto alla presidenza grazie a un voto popolare plebiscitario entusiasta, la sua prima mossa fu di abbandonare quelle stesse masse che gli avevano dato il potere […].


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Riflesso di un’incombente oscurità

Recensione di “La famiglia Moskat” di Isaac B. Singer

Isaac B. Singer, La famiglia Moskat, Tea

Città prigione dove una dinastia nasce e si consuma, orizzonte angusto e chiuso al cui interno ricchezze crescono e si dissolvono, Varsavia, silenziosa e fredda, distante da coloro che la affollano, che cercano di viverla, che spendono i loro giorni affannati nella penombra delle case, nell’esibita povertà delle strade, nella bellezza pallida e sfiorita dei giardini, è la principale protagonista de La famiglia Moskat (in Italia pubblicato da Tea nella traduzione di Bruno Fonzi), riconosciuto capolavoro di Isaac Bashevis Singer.

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L’oscuro eroismo della tenacia

Recensione di “Furore” di John Steinbeck

John Steinbeck, Furore, Bompiani

“Non si dissero altro quella sera. Mangiarono, parlarono, risero, poi venne il momento di far dormire Cristiano. Emma si chiuse in camera, sistemò il piccolo nella culla e rimase con lui finché non si addormentò. Il ragazzo la aspettò in bagno, appoggiato al lavandino, il libro aperto davanti a sé che guardava senza vedere. Le pagine coperte da una fitta, indecifrabile foresta d’inchiostro; le parole che lui così tanto amava e in quel momento non gli erano di nessun aiuto.

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Ignotus par ignotius

Recensione di “L’opera al nero” di Marguerite Yourcenar

Marguerite Youcenar, L’opera al nero, Feltrinelli

Il XVI secolo mirabilmente raccontato da Marguerite Yourcenar ne L’opera al nero è un mondo in bilico, un mondo che sembra prossimo al risveglio, aperto alla modernità della scienza e alle sue rivoluzionarie conquiste e nello stesso tempo ancora legato alle suggestioni alchemiche, alle credenze e alle superstizioni; un mondo nel quale gli opposti si sfiorano, dove la magia può ancora essere una delle forme in cui si manifesta il procedere della ragione, o la geniale scintilla di una intuizione.Leggi tutto »Ignotus par ignotius

L’ombra del fiume e della volontà di Dio

Recensione di “Ombre sull’Hudson” di Isaac B. Singer

Isaac B. Singer, Ombre sull’Hudson, Tea

New York, alla fine degli anni Quaranta, è allo stesso tempo un rifugio e una prigione. Agli occhi di un gruppo di ebrei sopravvissuti all’immane tragedia dello sterminio nazista la città offre protezione, sicurezza, finanche riposo, mai i suoi silenzi, la sua tranquillità apparente, la distanza quasi incolmabile (eppure non sufficiente) che la divide da quell’Europa d’incubo dove si accumulano milioni di cadaveri, dove la guerra appena conclusa tortura incessantemente i corpi e le anime di coloro che sono scampati ai suoi artigli, restituiscono l’eco degli orrori perpetrati e subiti e con esso la scandalosa, radicale assenza di qualcosa che possa anche solo somigliare a una ragione, a un perché, a un disegno, a una volontà per quanto oscura e indecifrabile.Leggi tutto »L’ombra del fiume e della volontà di Dio

L’apparenza e la realtà

Recensione di “Madre notte” di Kurt Vonnegut

Kurt Vonnegut, Madre notte, Feltrinelli

La prosa di Kurt Vonnegut non ha confini, abbraccia l’universale. È genialmente grottesca, certo, è ironica, beffarda, perfida, ma è soprattutto stralunata. Sembra che Vonnegut riesca ad affrontare ogni argomento, anche il più drammatico, con un’alzata di spalle e un sorriso disarmante; e che in tal modo riesca a disinnescarne la pericolosità, a esorcizzarne fantasmi e paure.

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Un cane, una gatta e la metà di niente

Recensione di “Il simpatizzante” di Viet Thanh Nguyen

Viet Thanh Nguyen, Il simpatizzante, Neri Pozza

Saigon, aprile 1975. La guerra del Vietnam è prossima al suo epilogo. Le forze comuniste guidate da Ho Chi Minh e la guerriglia Vietcong stanno per avere ragione dei loro avversari. L’esercito sudvienamita e le milizie loro alleate, qualla americana in testa, non possono fare altro che prendere atto della disastrosa situazione in cui si trovano; Saigon, ormai accerchiata, attende solo la capitolazione, mentre in ogni strada, in ogni casa, in ogni angolo ciascuno cerca una via d’uscita dall’incubo, un posto per sé e i propri cari su uno dei tanti mezzi pronti all’evacuazione.


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Il mito sanguinoso della Frontiera

Recensione di “Meridiano di sangue” di Cormac McCarthy

Cormac McCarthy, Meridiano di sangue, Einaudi

Cormac McCarthy racconta di un tempo che sembra appartenere all’infanzia del mondo, e di luoghi che conservano una sorta di letale purezza, quasi fossero angoli d’Eden precipitati nel fango a causa del peccato dell’uomo. La realtà narrata dallo scrittore americano, dalla sua prosa forte, aspra, che attanaglia le viscere, colma il cuore d’emozione e gli occhi di pianto, conserva un’anima primitiva, incorrotta, solenne e selvaggia, allo stesso tempo splendida e abietta.


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