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Storico

Recensioni di libri di genere storico a cura de “Il Consigliere Letterario”.

Una parola terribile

Recensione di “Il treno era in orario” di Heinrich Böll

Heinrich Böll, Il treno era in orario, Mondadori
Heinrich Böll, Il treno era in orario, Mondadori

“Presto. Presto. Presto. Presto. Ma quand’è, presto? Che terribile parola: presto. Presto può essere tra un secondo, presto può essere tra un anno. Presto è una parola terribile. Quel presto comprime il futuro, lo rimpicciolisce, e non c’è nulla di certo, nulla di nulla, è l’incertezza assoluta. Presto non è nulla e presto è molte cose. Presto è tutto. Presto è la morte…”.

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La fallita eternità

Recensione di “La storia dei sogni danesi” di Peter Høeg

Peter Høeg, La storia dei sogni danesi, Mondadori
Peter Høeg, La storia dei sogni danesi, Mondadori

Chiuso nella sua sostanziale incomprensibilità, irraggiungibile al pari di un Dio, enigmatico e oscuro come un labirinto, il tempo ci osserva vivere; e la vita, in ogni istante, non è che reazione all’insolubile dilemma rappresentato dal suo incessante scorrere, da quel continuo mutare, da quella coincidenza di opposti impossibile eppure assolutamente vera che fa sì che “in molti avvenimenti quotidiani, se non in tutti, sia contenuta l’essenza di un intero secolo”.


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In un palpitante chiaroscuro

Recensione di “Wolf Hall” di Hilary Mantel

Hilary Mantel, Wolf Hall, Fazi Editore
Hilary Mantel, Wolf Hall, Fazi Editore

Gli anni di gioventù a Putney, segnati dalla povertà e dalla cieca violenza paterna. Poi la fuga, i viaggi; l’esperienza, la saggezza, la scaltrezza, la lungimiranza, l’arte sottile della pianificazione e la scienza del prestito a usura acquisite in Italia, nei commerci segreti con i banchieri, i cui registri contabili fitti di cifre reggono le sorti di imperi vastissimi, legittimano sovrani e condannano alle peggiori umiliazioni la nobiltà di sangue, troppo presa a glorificar se stessa per comprendere l’importanza del denaro e l’esercizio del potere sotteso al suo oculato utilizzo;Leggi tutto »In un palpitante chiaroscuro

La lanterna magica e l’abisso

Recensione de “Il tamburo di latta” di Günter Grass

Gunter Grass, Il tamburo di latta, Feltrinelli
Gunter Grass, Il tamburo di latta, Feltrinelli

Nano per scelta (perché la statura significa età adulta, e l’età adulta implica responsabilità, e la responsabilità è sempre e inevitabilmente colpa), Oskar Matzerath, protagonista de Il tamburo di latta, folgorante romanzo d’esordio dello scrittore tedesco Günter Grass (premio Nobel per la letteratura nel 1999), è la coscienza inquieta di un Paese intero, lo specchio della sua follia, della sua deriva, del suo naufragio, il simbolo della sua discesa agli inferi.Leggi tutto »La lanterna magica e l’abisso

Oltre l’ora più buia

Recensione di “Vecchi a mezzanotte” di Chaim Potok

Chaim Potok, Vecchi a mezzanotte, Garzanti
Chaim Potok, Vecchi a mezzanotte, Garzanti

Nel silenzio il dolore trova rifugio ma non dimora, così come nella rimozione, in un forzato oblio, può godere di una fragile quiete, ma non avere sollievo. È di parole che la sofferenza ha bisogno, è nel coraggio di esprimere di se stessa, di riconoscersi e di accettarsi la sua sola possibilità di catarsi.


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Metastasi d’uomini e cose

Recensione de “Il figlio” di Philipp Meyer

Philipp Meyer, Il figlio, Einaudi
Philipp Meyer, Il figlio, Einaudi

L’epopea magnifica e tragica di una famiglia; la nascita di una nazione e l’annientamento di un Paese; lo sterminio di interi popoli, di civiltà antiche come la terra stessa, e l’emergere di nuove razze dominanti destinate, nell’infinito, circolare succedersi di vita e morte, a essere spazzate via e sostituite. Senza sosta e senza senso.


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L’angelica anticamera dell’inferno

Recensione de “Il maledetto” di Joyce Carol Oates

 

Joyce Carol Oates, Il maledetto, Mondadori
Joyce Carol Oates, Il maledetto, Mondadori

La veste severa dello storico fedele soltanto ai fatti, a ciò che è documentato e documentabile, alle conclusioni che è lecito trarre da una ricerca dettagliata, puntigliosa, da un vaglio critico delle fonti, da un esame imparziale delle testimonianze. E la realtà che d’improvviso sembra ribellarsi all’uomo e a Dio, rifiutare ordine, razionalità, scienza, respingere bontà, misericordia, compassione e offrirsi al caos, alla corruzione, alla demoniaca seduzione del male.


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Un’eterna menzogna chiamata nazione

Recensione di “L’imperio” di Federico De Roberto

Federico De Roberto, L'Imperio, Rizzoli
Federico De Roberto, L’Imperio, Rizzoli

Concluso ma non esaurito l’affresco di un’Italia opportunista, vile e corrotta raccontata, nello splendido romanzo I Vicerè, attraverso “il decadimento fisico e morale di una stirpe esausta” (quella degli Uzeda di Francalanza, discendenti da una nobile schiatta spagnola), lo scrittore napoletano Federico De Roberto prosegue nella sua dolente, infiammata, irosa ma non per questo meno lucida, meno penetrante riflessione politico-sociale – “L’Italia è una putredine, e Roma è il cancro che la distrugge.


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Il ritratto della morte

Recensione di “Il ritratto Bellini” di Jason Goodwin

Jason Goodwin, Il ritratto Bellini
Jason Goodwin, Il ritratto Bellini, Einaudi

A Venezia, città di mercanti, “dove tutto è in vendita”, e a Istanbul, cuore di un impero ottomano scosso dalla scomparsa del sultano Mahmut II e affidato alle inesperti mani di suo figlio, il giovane Abdülmecid. In una Serenissima splendida e orgogliosa e tuttavia vinta, umiliata dall’ottusa severità austriaca, e nella dorata culla di storia un tempo nota al mondo con il nome di Costantinopoli, memoria delle grandezze e delle abiezioni degli uomini.


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La legge morale della ribellione

Recensione di “Ognuno muore solo” di Hans Fallada

Hans Fallada, Ognuno muore solo, Sellerio
Hans Fallada, Ognuno muore solo, Sellerio

È la Germania del nazionalsocialismo trionfante, del Reich millenario, dello “spazio vitale” tedesco conquistato senza sforzo apparente prima a spese dei Paesi vicini e poi dell’Europa intera, quella che racconta, con una prosa di straziante sincerità, lo scrittore tedesco Hans Fallada (pseudonimo di Rudolf Wilhelm Friedrich Ditzen) nel suo romanzo Ognuno muore solo.


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