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L’amore e il dio immanente

Recensione di “Città della pianura” di Cormac McCarthy

Cormac McCarthy, Città della pianura, Einaudi
Cormac McCarthy, Città della pianura, Einaudi

Donare parole a ciò che è per sua natura inesprimibile, dare voce al maestoso silenzio della natura e ai suoi ritmi eterni, ai colori dell’alba e alla luce obliqua del tramonto, al confuso odorare della terra, al sordo tambureggiare del tuono, al grigiore indistinto ma vivo e terribile del cielo che annuncia lo scatenarsi della tempesta, al tenace fragore del fiume, significa fronteggiare l’assoluto e adottarne il codice espressivo, significa vestirsi d’immortalità, significa far coincidere in un unico gesto la nuda contemplazione del mondo e la sua descrizione, come fossero l’una la naturale emanazione dell’altra, come se a legare questi due momenti fosse una spirituale concatenazione di causa ed effetto.


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La solita viltà

Recensione di “Prima che il gallo canti” di Cesare Pavese

Cesare Pavese, Prima che il gallo canti, Mondadori
Cesare Pavese, Prima che il gallo canti, Mondadori

L’uomo, che nitido appare al di là dello scrittore, come in un’istantanea nella quale tutti i soggetti ritratti sono a fuoco, è colui che ha vissuto le vicende narrate, colui che soffrendole le ha ispirate; lo scrittore, che a tratti riemerge a occupare lo spazio dell’uomo, a riempire per intero la scena, si incarna letterariamente nei personaggi cui dà vita e nelle loro azioni e nei loro pensieri si racconta come narratore e come persona. Leggi tutto »La solita viltà

Tutto cominciò e finì con una pietra

Recensione di “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” di Raymond Carver

Raymond Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d'amore, Garzanti
Raymond Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, Garzanti

L’inesprimibile, forse, è quel che appartiene a tutti. Un sentire che ognuno sa di provare e per questo crede di conoscere, ma che quando si accinge ad analizzare, a descrivere, sfugge di mano, rifiuta di essere ridotto a oggetto di studio, respinge la soffocante univocità di una definizione.Leggi tutto »Tutto cominciò e finì con una pietra

Muti palpiti d’infelicità

Recensione di “Quel che resta del giorno” di Kazuo Ishiguro

Kazuo Ishiguro, Quel che resta del giorno, Einaudi
Kazuo Ishiguro, Quel che resta del giorno, Einaudi

Come il palpitare della vita percepito attraverso un grembo materno. Come il brulicare operoso, infaticabile, di insetti e formiche nella calda semioscurità dei loro nidi. Come l’erompere, il divampare delle forze primordiali della terra che il silenzio del mondo accoglie in sé. Come tutto ciò che, inespresso a parole, è costretto alla marginalità nervosa di un gesto, di uno sguardo, di un sorriso trattenuto, di una lacrima ricacciata in gola a forza.


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Una parola terribile

Recensione di “Il treno era in orario” di Heinrich Böll

Heinrich Böll, Il treno era in orario, Mondadori
Heinrich Böll, Il treno era in orario, Mondadori

“Presto. Presto. Presto. Presto. Ma quand’è, presto? Che terribile parola: presto. Presto può essere tra un secondo, presto può essere tra un anno. Presto è una parola terribile. Quel presto comprime il futuro, lo rimpicciolisce, e non c’è nulla di certo, nulla di nulla, è l’incertezza assoluta. Presto non è nulla e presto è molte cose. Presto è tutto. Presto è la morte…”.

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L’uomo senza umanità

Recensione de “Lo straniero” di Albert Camus

Albert Camus, Lo straniero, Bompiani
Albert Camus, Lo straniero, Bompiani

Può ancora dirsi persona chi non ha sentimenti? Possiede un’anima, uno spirito, una vita interiore chi è incapace d’emozione? E l’esistere meccanico, freddo, impersonale, istintivo, primordiale dell’animale-uomo, la volontà cieca di sopravvivenza della carne e del sangue, in un parola quel che resta quando all’automatismo del respiro non si accompagna la coscienza di esso, cosa significa davvero?Leggi tutto »L’uomo senza umanità

L’aristotelico rispetto del vero

Recensione di “Papà Goriot” di Honoré de Balzac

Honoré de Balzac, Papà Goriot, Mondadori
Honoré de Balzac, Papà Goriot, Mondadori

È vizio l’eccesso di qualsivoglia virtù, ed è in qualche misura colpevole ogni anima che non abbia saputo educarsi alla moderazione, che non sia stata in grado di concepire limiti, che si sia consumata nella propria generosità, nell’affanno di un amore sovrabbondante e incontrollato. Questo l’universale metro di giudizio etico su cui si fonda Papà Goriot, uno dei romanzi più noti e amati di Honoré de Balzac.Leggi tutto »L’aristotelico rispetto del vero

L’eco del canto di un’anima

Recensione di “I dolori del giovane Werther” di Johann Wolfgang Goethe 

Johann Wolfgang Goethe, I dolori del giovane Werther, Newton Compton Editore
Johann Wolfgang Goethe, I dolori del giovane Werther, Newton Compton Editore

“Sul più famoso romanzo del più famoso scrittore tedesco sono stati versati fiumi di inchiostro per dimostrare che si tratta di un romanzo sociale (eversione della morale corrente), e sotto sotto politico (l’insofferenza wertheriana verso la nobiltà), o storico o, per meglio dire, di un documento delle condizioni in cui versava la borghesia in Germania dieci-quindici anni prima della Rivoluzione Francese. Ma non sarà addirittura un romanzo filosofico?Leggi tutto »L’eco del canto di un’anima

Essere. Per qualcun altro

Recensione di “Sodoma e Gomorra – Alla ricerca del tempo perduto IV” di Marcel Proust

Marcel Proust, Sodoma e Gomorra, Mondadori
Marcel Proust, Sodoma e Gomorra, Mondadori

Razza su cui pesa una maledizione, costretta a vivere nella menzogna e nello spergiuro perché sa che il suo desiderio – ciò che costituisce per ogni creatura la suprema dolcezza del vivere – è considerato punibile e vergognoso, inconfessabile; costretta e rinnegare il proprio Dio, giacché, se anche siano cristiani, quando compaiono in veste d’imputati alla sbarra del tribunale, devono, davanti al Cristo e al suo nome, difendersi come da una calunnia da ciò che è la loro stessa vita; figli senza madre, cui sono obbligati a mentire persino al momento di chiuderle gli occhi;Leggi tutto »Essere. Per qualcun altro

Perché sospirare?

Recensione di “Molto rumore per nulla” di William Shakespeare

William Shakespeare, Molto rumore per nulla, Mondadori
William Shakespeare, Molto rumore per nulla, Mondadori

La tragedia e la commedia, il complotto e lo scherzo, l’amore dissimulato e quello sbocciato d’improvviso; e ancora la verità e la menzogna, la lealtà e il tradimento, la disperazione e il lieto fine. Gli affanni, e il loro scioglimento; il tumultuare dei sentimenti, che ogni cosa colorano d’eccesso e nel bene come nel male non conoscono che sfrenatezza; il severo e saggio incedere del tempo e la divertita complicità del caso, geni dispettosi ma di buon cuore che al momento opportuno riportano ordine e giustizia e pace nel caos delle umane debolezze.


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