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Cinema

 

I romanzi che hanno conosciuto una seconda vita al cinema. Capolavori letterari che hanno conquistato la Settima Arte.

Barney Panofsky o Mordecai Richler?

Recensione di “La versione di Barney” di Mordecai Richler

 
Mordechai Richler, La versione di Barney, Adelphi
Mordecai Richler, La versione di Barney, Adelphi

Che nei fatti l’autobiografia di Barney Panofsky sia, in tutto o in parte, la biografia dello scrittore canadese Mordecai Richler importa poco. Conta, invece, e parecchio, capire quanto siano sovrapponibili nella prosa, nello stile e nel respiro narrativo l’autore de La versione di Barney (pubblicato nel 1997 e diventato un successo internazionale nel 2001 anche, se non soprattutto, a causa della morte di Richler) e il suo personaggio.


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Perché i bambini soffrono? E muoiono?

Recensione di “La casa buia” di Dennis Lehane

 
Dennis Lehane, La casa buia, Piemme
Dennis Lehane, La casa buia, Piemme

Un interrogativo radicale. Una domanda spietata, inevitabile, che ti costringe a fare i conti con le tue certezze, a ripensare i tuoi imperativi morali, a ridiscutere l’idea stessa di ciò che ritieni sia buono, e soprattutto di ciò che credi sia giusto. Perché i bambini soffrono? Perché muoiono? Cosa fare per proteggerli quando le leggi e le regole del vivere sociale non riescono a farlo? Fino a che punto spingersi? Quando e dove fermarsi?

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Nell’amore, nel dolore, nella vita

Recensione di “Nemico, amico, amante…” di Alice Munro

recensione Alice Munro, Nemico, amico amante... Einaudi
Alice Munro, Nemico, amico amante… Einaudi
 

La scrittura naturalmente fluida; la bellezza semplice e quasi disadorna di parole che sembrano attraversare tutto ciò di cui raccontano, coglierne l’esatto senso e offrirlo in dono al lettore; le atmosfere sospese, abbracciate nell’attimo in cui le cose, le grandi come le piccole, stanno per verificarsi; la vita, inafferrabile ma non per questo sfuggente, materia narrativa capace di rinnovarsi ogni giorno e per questa ragione colta con entusiasmo rispettoso, con una partecipazione intensa e nello stesso tempo pacata, con un’attenzione ai dettagli che assume i contorni dolcissimi e commoventi di una dimostrazione d’amore.

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Non si risolve una tragedia nascondendola

Recensione di “Un dramma borghese” di Guido Morselli

recensione - Guido Morselli, Un dramma borghese, Adelphi
Guido Morselli, Un dramma borghese, Adelphi

Nella prigione di un corpo malato, che rende soffocante e insopportabile anche la raffinata ospitalità di un albergo, l’accogliente organizzazione delle camere, la sobria architettura degli spazi comuni; e da qui nell’abisso di un rapporto mai nato e d’improvviso esploso in una forma d’amore corrotta, disturbata, ossessiva, in un furente germogliare di irrazionale passione, in una pretesa d’esclusività sorda alla colpa e alla vergogna e testardamente ignara della realtà e delle sue regole, del vivere sociale e delle sue leggi, della morale e dei suoi dettati.


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Dove perfino i carnefici finiscono per essere vittime

Recensione di “La morte non dimentica” di Dennis Lehane

Dennis Lehane, La morte non dimentica, Piemme

Un romanzo giallo che ha lo spessore di una tragedia greca; il destino di un uomo che, simile a quello d’Edipo, porta in sé un’inevitabile sciagura; una colpa terribile (la reiterata violenza sessuale su un ragazzino) che distrugge una vita e, come la peggiore delle maledizioni, ne sconvolge irrimediabilmente altre fino a farsi eredità d’incubo.

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Un fiabesco teatro per il libero arbitrio

Recensione di “Lo Hobbit” di J.R.R. Tolkien

Recensione J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit, Adelphi
J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit, Adelphi

Nel dar vita al mondo fantastico, la Terra di Mezzo, che serve da ambientazione per i suoi capolavori letterari, Il Signore degli Anelli (di cui ho già scritto in questo blog) e Lo Hobbit, cronologicamente antecedente al primo sia per stesura sia per intreccio, John Roland Reuel Tolkien non si è limitato a costruire uno scenario per le proprie storie, ha creato dal nulla una realtà articolata e complessa quanto quella in cui viviamo, l’ha rappresentata geograficamente con formidabile accuratezza, l’ha popolata con una moltitudine di razze (ciascuna pensata fin nei minimi dettagli, caratterizzata con precisione e presentata al lettore con seducente maestria), le ha dato radici, un passato, una storia condivisa.


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Oltre l’impossibile, la realtà svelata dal dolore

Recensione de “L’isola della paura” di Dennis Lehane

Dennis Lehane, L’isola della paura, Piemme

Un thriller tesissimo, labirintico. Un’ambientazione non certo nuova ma comunque di indubbia efficacia (un’isola che ospita un manicomio psichiatrico resa inaccessibile da un uragano) e un finale tanto sorprendente quanto – a pensarci bene – inevitabile. Perché gli indizi, a volerli osservare, sono tutti lì, di fronte al lettore; non resta che coglierli, metterli nel giusto ordine e trarre le conclusioni.

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Verso l’abisso del desiderio

Recensione di “Doppio sogno” di Arthur Schnitzler

Arthur Schnitzler, Doppio sogno, Adelphi
Arthur Schnitzler, Doppio sogno, Adelphi

Poggia su fondamenta semplici e solide la vita del giovane e affermato medico Fridolin: un matrimonio felice, una figlia amatissima, floride finanze e una riconosciuta rispettabilità. Le certezze da cui è circondato, e che in buona parte si è costruito, lo proteggono, liberandolo da dubbi, insicurezze, paure e angosce.


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La letteratura e il risveglio delle coscienze

Recensione di “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi

Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira, Feltrinelli
Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira, Feltrinelli

Intendere la letteratura come impegno nei confronti della verità, come rigorosa presa di posizione, come assunzione di responsabilità, come inequivoca dichiarazione d’intenti, come limpida manifestazione del proprio credo politico, sociale, etico. Considerarla, insomma (e dunque utilizzarla), non come fine in sé ma come strumento per qualcosa di più importante, di più significativo: l’oggettiva ricostruzione dei fatti, il loro disvelamento, la loro denuncia.


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Il commovente sogno di Tartarino

Recensione di “Tartarino di Tarascona” di Alphonse Daudet

Alphonse Daudet, Tartarino di Tarascona, BUR
Alphonse Daudet, Tartarino di Tarascona, BUR

Sognatore malinconico al pari del Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, arrendevole nella sua ingenuità come il candido Samuel Pickwick di Charles Dickens, Tartarino di Tarascona, tragicomico personaggio nato dalla fantasia di Alphonse Daudet, incarna il fascino irresistibile dell’immaginazione, il desiderio, che è di tutti gli uomini, di abbandonare, anche solo per un momento, la propria vita e il suo incolore scorrere per entrare nel regno magico della fantasia e divenire finalmente altro da sé, l’eroe indomito, il fiero cavaliere, l’invincibile campione… figure raccontate in decine di libri, lette, amate e a tal punto idealizzate e interiorizzate da essere ormai quasi una seconda natura.


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