È la nostra vita la sola possibile misura del tempo
Recensione di “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati
“Ma altre volte […] la mia vita effettiva […] mi appariva come una parte di realtà che non era fatta per me, contro la quale non c’era possibilità di ricorso, in seno alla quale non avevo alleati, e dietro la quale non si nascondeva niente. Mi sembrava, in quei momenti, di esistere nello stesso modo degli altri uomini, che sarei invecchiato, che sarei morto come loro, e che in mezzo al mucchio sarei stato semplicemente uno dei tanti”. Probabilmente, nessuno più di Marcel Proust ha compreso che il senso del tempo non è qualcosa di astratto ma coincide con quello della nostra esistenza e che il futuro, che specie in giovane età immaginiamo, abita là dove prende forma quel che desideriamo, dove coltiviamo le gioie più segrete in attesa di dar loro espressione, verità, vita.
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