Estinzione. Per legge
Recensione di “Il guardiano notturno” di Louise Erdrich
“Aunishenaubay, Patrick Gourneau, è stato presidente del Consiglio direttivo della tribùLeggi tutto »Estinzione. Per legge
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E’ più prosa che poesia cantava il compianto Rino Gaetano in uno dei suoi brani più celebri e amati, a significare che tanto nelle esasperate differenze sociali – “chi possiede la Mutua/chi va in farmacia” –
Leggi tutto »Tra Orwell e Rino Gaetano (senza dimenticare San Paolo)
Come una messa a fuoco impossibile, come un’incolmabile divaricazione, come la distanza allo stesso tempo illusoria e terribilmente reale che separa lo sguardo dal miraggio che occhi colmi di desiderio e disperazione hanno creato.
C’è solo un essere più onnipotente di Dio: la madre. Madre che ci genera, impone la vita. E poi determina anche cosa sarà di noi, cosa “saremo”noi. Perché il come saremo dipende sostanzialmente dalla misura dell’amore che lei riuscirà a darci. Sarà quell’amore primitivo e originario che stabilirà che tipo di persone emotive saremo. Sempre e solo quell’amore.
Leggi tutto »Il tempo perduto (e ritrovato) del gratuito amore
Eleonora Molisani, cara amica e lettrice infaticabile e colta, dopo aver scritto una bellissima recensione del mio primo romanzo Quella solitudine immensa d’amarti solo io (se siete interessati la trovate qui) si è occupata di un altro libro, I santi muti, di Antonio Carnevale. E ha scritto un’altra volta qualcosa di splendido, un “consiglio letterario” che, non ho dubbi, una volta letto avrete voglia di seguire. A Eleonora il mio ringraziamento per aver nuovamente arricchito il blog, all’autore i più sinceri complimenti per aver scritto il libro.
Raccontare il presente intrecciando forma e sostanza, gettandosi nelle cose e restituendole attraverso le parole; scomporre e ricomporre l’oggi nella folgorazione improvvisa di un ritratto abbozzato eppure in qualche modo già compiuto; precipitare nell’ombra e sfiorare la luce nella contenuta, studiata frenesia di un narrare che è sguardo, ascolto, partecipazione e vita. Che è testimonianza.
Se è vero che l’unico amore eterno è quello impossibile, allora Lucia Grassiccia ha trovato le parole giuste per dimostrarcelo. Se è vero che ogni dolore è scritto su lastre di una sostanza misteriosa al paragone della quale il granito è burro, e non basta un’eternità a cancellarlo, allora Lucia Grassiccia ha trovato un modo per dircelo. Se è vero che ognuno si tiene stretta la solitudine come se fosse un’ancora o uno scudo, anche quando gli altri sono così prossimi da sembrare incollati come cemento armato, allora Lucia Grassiccia ha colto l’essenza della nostra attuale condizione di umani.
Intanto, per intitolare un libro Oblò, e il mondo guardo da…, nell’epoca di Gianni Togni, ci vuole del fegato. E il coraggio, a me, è sempre piaciuto. E non lo dico per dire (lo dico perché è una delle qualità che più apprezzo). Invece, per guardare il mondo da un oblò ribaltato, a testa in giù, ci vogliono fantasia e sensibilità. E anche queste sono due qualità per cui ho un vero debole. E non lo dico per dire. Insomma, questa favola per adulti, scritta con gli occhi di un bimbo di 10 anni, è come una doccia ghiacciata dopo il bagno turco.
Eleonora Molisani, cara amica, di professione giornalista, ha letto Quella solitudine immensa d’amarti solo io, Priamo e Meligrana Editore. Queste le sue considerazioni, che mi hanno commosso e che desidero condividere con voi. Ringrazio di cuore Eleonora per le sue splendide parole, per aver letto con così tanta partecipazione il libro. E nuovamente ringrazio gli editori per aver pubblicato il mio lavoro.