Il principio d’identità
Recensione di “Ferrovie del Messico” di Gian Marco Griffi
“Dopo aver finito di leggere Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi sono andato alla
“Dopo aver finito di leggere Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi sono andato alla
Vivere la tragedia senza esserne travolti; farne parte, subirla, sopportarla,
“Nella memoria e nella retorica di chi la Resistenza l’ha combattuta davvero, di chi ha visto cadere i propri compagni di lotta, la guerra del 1943-1945 è stata una guerra di liberazione nazionale contro l’invasore tedesco e il suo complice fascista, traditore della patria; è stata il sacrificio di un intero popolo che lavava l’onta e la vergogna della dittatura, combattendo a fianco degli Alleati la lotta finale contro la barbarie nazifascista.Leggi tutto »Fu guerra civile
La storia sfiora e insieme sommerge una via oscura e lercia di Firenze; qui è ovunque il lezzo di miseria, ogni respiro è fatica, e ogni notte il greve sonno dei vinti è una resa allo sfinimento dei corpi provati dal lavoro quotidiano. Qui, tra le case addossate le une alle altre, l’aria è pesante e immobile d’estate e un gelido schiaffo d’inverno; qui le stagioni, come qualsiasi altra cosa del resto, sono peccati da scontare.
A un tempo mezzo e fine, la scrittura esplora e conosce se stessa nel suo farsi, saggia potenzialità espressive e limiti intrinseci (tematici e formali) nel momento esatto in cui comincia a costruire l’edificio narrativo all’interno del quale vivrà, si mette alla prova nell’obbedienza o nella trasgressione alle regole di genere, muta (o prova a farlo) nell’originalità delle scelte e nell’acquisizione di nuovi punti di vista, rinasce nella voglia e nel coraggio di sperimentare, nel desiderio di dar forma a un racconto mai prima raccontato. Al tempo stesso mezzo e fine, la scrittura è dunque un eterno ritorno a sé, un continuo vestirsi e rivestirsi d’accenti e sfumature, un improvviso scintillare di luce che abbraccia l’orizzonte e una liquida pozza d’ombra gonfia d’ogni paura e satura di tutte le speranze.Leggi tutto »La cognizione del tempo, dell’uomo e del dolore
Una scrittura elegante e potente. Energica, puntuale, ricca, rigorosa nel dettaglio descrittivo e tuttavia sfumata, multiforme, capace di sfuggire alla realtà reinventandola almeno in parte, di giocare con la verità confondendola con l’apparenza, di mescolare la veglia e il sogno rendendoli quasi indistinguibili l’una dall’altro.