Tre fotografie
Recensione di “L’orologiaio di Everton” di Georges Simenon
Può un destino comune spiegare l’improvviso deragliare di un’esistenza, l’accecante esplodere di una tragedia? O forse la verità che crediamo di intravedere affacciandoci fin sull’orlo dell’abisso non è che un’illusione, un fuoco fatuo, una caverna scavata dall’istinto di sopravvivenza in fondo alla quale seppellire tutto ciò che della vita non comprendiamo, il dolore che con generosità feroce dispensa, le speranze tramutate in delusioni, gli affetti mutati in fredda indifferenza?