La morte e l’introspezione
Recensione di “Anime senza nome” di Michael Hjorth e Hans Rosenfeldt
Sei cadaveri. Uccisi e sepolti nel ghiaccio. Giustiziati e fatti sparire. Cancellati. Dall’esistenza e dalla memoria. Di tutti o quasi. Sei persone assassinate, quattro adulti e due bambini; sei innocenti, con ogni probabilità, strappati alla vita per chissà quale ragione. E nascosti. Per chissà quale ragione. Invisibili. Fino al giorno in cui due escursioniste, due amiche in cerca solo di un po’ di relax, si imbattono in qualcosa che non avrebbero mai voluto vedere: una fossa comune, un ammasso di cadaveri.