La trasfigurazione letteraria della legge evolutiva
Recensione di “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson
“In principio era il buio. È nel buio della notte, magari una notte di tempesta, in una casa isolata nella brughiera, che si sprigionano i sogni […]. L’isola del tesoro è un manuale di archetipi. Tanto da indurre a chiedersi se non sia stato questo stesso libro a contribuire a crearli. Il pirata «Gambadilegno» per esempio […]. L’isola del tesoro […] fa sognare chi legge e chi ascolta, il presente perde di peso, il testo trasformato in voce si dipana come un filo evocatore, seguendo il quale, lettore e ascoltatore vengono trascinati lontano da una corrente di emozioni, un amniotico liquido scuro da cui emergono come indistinte isole, appunto, gli archetipi da riconoscere: il ragazzo-eroe che sa vincere le proprie paure, il signore scioccamente testardo, la favolosa ricchezza a un tempo stesso vicina e lontana […].
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