Un puzzle impossibile da ricostruire
Recensione di “Tutto quello che non ricordo” di Jonas Hassen Khemiri
Quante vite può vivere una persona? Probabilmente tante quante sono le idee (o le
Quante vite può vivere una persona? Probabilmente tante quante sono le idee (o le
Gli episcopali prendono la comunione, sono i cattolici a riceverla. A prima vista può sembrare soltanto una differenza di atteggiamento, e naturalmente è anche questo, ma non è soltanto questo. Gli episcopali e i cattolici.
Leggi tutto »I cattolici e gli episcopali
La forza del sangue contrapposta alla capacità di persuasione dell’esempio, il silenzio complice della carne opposto all’ineludibile concretezza della presenza, alla piena verità dell’esserci. In questa dicotomia, in questo oscuro gravitare di antipodi attorno all’orbita della vita si consuma la quieta violenza (o forse la pura misericordia) dei “figli dell’anima”, bambini nati due volte, “dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra”.Leggi tutto »Un unico intervallo
La miglior birra mai prodotta? Un caffè istantaneo che per gusto, aroma e fragranza non conosce rivali? Un rivoluzionario condimento per insalate? Un portentoso balsamo per capelli? Un deodorante dall’irresistibile profumo? Un infallibile rimedio contro l’insonnia? Una pellicola in grado di garantire la perfetta conservazione del cibo? La soluzione definitiva per ogni problema di alito cattivo? Che cos’è esattamente Ubik?Leggi tutto »Sostanza, accidente, illusione
“Bisogna ‘celebrare la vita’: ricchi premi e cotillon! Tutte quelle chiacchiere del tipo: ha lottato fino all’ultimo, ma io so quanto gli è costato… Insomma, raccontare il percorso di un’esistenza e metterlo in prospettiva. Bada bene, non dico che non sia commovente. In questi ultimi giorni ho notato un effetto quasi sinfonico. E orrore in quantità industriali, naturalmente.Leggi tutto »Orbite eccentriche in una genealogia di mostri
Può ancora dirsi persona chi non ha sentimenti? Possiede un’anima, uno spirito, una vita interiore chi è incapace d’emozione? E l’esistere meccanico, freddo, impersonale, istintivo, primordiale dell’animale-uomo, la volontà cieca di sopravvivenza della carne e del sangue, in un parola quel che resta quando all’automatismo del respiro non si accompagna la coscienza di esso, cosa significa davvero?Leggi tutto »L’uomo senza umanità
L’oggi è un tempo sospeso, un battito di ciglia in un rincorrersi continuo di slittamenti temporali, di ricordi che ne evocano altri, di particolari che si svelano d’improvviso e illuminano il presente di una luce nuova, di un significato prima di allora neppure immaginato. L’oggi è una variazione incessante, un ininterrotto vibrare, un mutare impercettibile; è il fluire dell’acqua, un’illusione d’identità sgretolata nel processo infinito del divenire.
Nella cronaca impotente, nella memoria nuda di una storia d’amore troncata dall’incomprensibilità della morte, Pier Vittorio Tondelli si racconta con accenti di straziante sincerità. In una prosa che appare timida, ritrosa, e che ha il suono flebile del sussurro, l’autore sceglie la trasparente semplicità della confessione per cercare di dar forma al proprio mondo interiore in tumulto, per provare a mettere ordine in un’esistenza spesa tra meraviglia e passione, e inseguita, bramata e posseduta, anche se mai fino in fondo.
Racconti del mistero, grotteschi, racconti cupi, disperati, saturi d’ombre, di atmosfere d’incubo, racconti i cui protagonisti sembrano avere il destino segnato, realtà dove a dominare incontrastato è il male, dove non c’è spazio che per il dolore. Racconti narrati tumultuosamente, con affanno, come nelle vivide allucinazioni provocate da deliri febbrili, storie che artigliano, ghermiscono, terrorizzano, e nel medesimo tempo conquistano come una melodia, come un meraviglioso, incantevole mosaico.Leggi tutto »Là dove la Morte mescola il suo fiato con quello della Bellezza
Si fonda sul paradosso “La montagna incantata” di Thomas Mann, uno dei grandi romanzi della storia della letteratura. Un paradosso che sembra avere il proprio centro di gravità nel protagonista del romanzo, il giovane ingegnere Hans Castorp, ma che fin dalle prime pagine si svela nel complessivo disegno dell’opera. Guardando all’uomo nella sua unità di corpo e spirito, Mann compie una scelta ardita: racchiude nel particolarissimo microcosmo di un sanatorio per tubercolotici l’intera esperienza di vita di un singolo.