Non con noi è nata la menzogna, non con noi finirà
Recensione di “Agosto 1914” di Aleksandr Solzenitsyn
“[…] E nell’ingorgata Neidenburg piena d’ansia egli trovò il
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“[…] E nell’ingorgata Neidenburg piena d’ansia egli trovò il
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Il vuoto formalismo della vita militare, la disciplina da palcoscenico degli ordini abbaiati con
Leggi tutto »“Faccio rispettosamente notare…”
“‘Mi parli degli elementi drammatici nel Guglielmo Tell!’ ricorda Kropp, e mugghia contento.
‘Quali scopi si prefissero i poeti di Gottinga?’ incalza Müller, a un tratto severo.
‘Quanti figli ebbe Carlo il Temerario?’ replico io freddamente.
‘Lei, Bäumer, non concluderà mai nulla nella vita’ guaisce Müller.
Kropp vuol sapere ‘la data della battaglia di Zama’ ma io ribatto: ‘A Lei manca ogni serietà morale signor Kropp. Sieda: le do un tre’.Leggi tutto »Nessuno ci ha insegnato
Cosa potrebbe succedere se si decidesse di forzare qualcosa che, pur essendo inevitabile, giunge senza preavviso? Quali conseguenze può scatenare una sfida lanciata al destino, al caso, alla vita? Quale misterioso peccato si commette nel momento in cui si decide che la bellezza, che prima o poi dovrà comunque attraversare la strada della nostra esistenza, può essere addomesticata, resa mansueta, e condotta obbediente fino alla porta di casa? È forse tracotanza fabbricare le corde che cattureranno lo spirito errabondo della felicità?Leggi tutto »La composta perfezione di un arazzo
Cosa resta di un giovane tornato dalle trincee del primo conflitto mondiale senza più volto, cieco, sordo, muto e privo di tutti e quattro gli arti? Cosa si può dire di lui? Che è morto anche se il suo cuore non si è fermato? Che è vivo perché il suo cervello non smette di pensare e di inviare impulsi elettrici a quel che resta della sua carne, al tronco e allo stomaco violentato da un tubo d’acciaio attraverso cui passa l’indispensabile nutrimento? Cosa possono dire i medici di questo ragazzo, ferito tra milioni di feriti, mutilato tra milioni di mutilati eppure così diverso da ciascuno di loro da essere un caso unico al mondo? Di averlo salvato? Di averlo condannato? Di essere riusciti in un miracolo o di aver dato corso a un orrore indicibile? E cosa può dire di se stesso questo ragazzo? Cosa può pensare? Cosa può desiderare? Cosa può sperare?
C’è sincera ammirazione, oltre a un pizzico di compiaciuta perfidia, nella descrizione dell’ambiente accademico di Cambridge di inizio Novecento che David Leavitt offre ne Il matematico indiano, coinvolgente romanzo pubblicato nel 2007 e che due anni più tardi si è aggiudicato il premio Grinzane Cavour per la narrativa straniera.
La profondità dell’analisi sociale e politica di Ivo Andric, l’ampiezza e l’acutezza dei contesti storici nei quali ambienta i suoi romanzi, l’attenzione alle vite dei singoli, considerati, con tolstojana pietà, fulcro del procedere della storia, si devono principalmente alla sua non comune sensibilità, alla sua inesauribile umanità.Leggi tutto »Dalla Bosnia al resto del mondo