Il mio 2023 letterario
La classifica
Giunti alla fine (quasi) di quest’anno e con una recensione ancora da scrivere – quella di
Giunti alla fine (quasi) di quest’anno e con una recensione ancora da scrivere – quella di
Ovunque deciderete di trascorrere le vostre vacanze, permettermi un modestissimo consiglio, o suggerimento se preferite:
A tre settimane circa (giorno più, giorno meno) dalla fine dell’anno ecco qui la classifica delle letture
A pochi giorni (poche ore ormai) dalla fine dell’anno ecco qui la classifica delle letture
Qualche settimana e questo 2020, cui non dedico alcun aggettivo, sarà alle spalle. Da qui a fine anno leggerò ancora un libro, forse due; al momento sono alle prese con Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo, di Laurence Sterne, che potete già considerare in classifica.
Che andiate in qualche località di vacanza oppure no, eccovi dei suggerimenti di lettura. Perché i libri sono la migliore compagnia possibile, e perché è bello parlar di loro, specie dopo aver discusso per mesi e mesi di un pandemia che ancora non ci siamo lasciati del tutto alle spalle. Buona estate dunque, e buone letture a tutti.
Sono ovunque le tenebre al principio degli Anni Trenta in Europa. E tutti ne sono figli, non importa quanto consapevolmente. Sono le tenebre del caos politico e sociale, è l’oscurità morale terribile di un continente che, ancora non del tutto ripresosi dalla catastrofe della Grande Guerra, corre a perdifiato verso un nuovo e più terribile conflitto, è la notte della miseria trionfante, che morde intere generazioni, che, come un maligno incantesimo, trasforma gli uomini in mendicanti, derubandoli della dignità, del rispetto di sé, è il cieco divampare della rabbia dei popoli, delle genti, è la loro cruda fame di rivalsa che a gran voce reclama l’annientamento di tutti i nemici, degli avversari reali e ancor più di quelli immaginari, dei fantasmi evocati da folli parole d’ordine, dalle lucenti promesse di un pazzo idolatrato come un dio.
Un raffinato esercizio di scrittura che ha per tema la scrittura stessa, o meglio gli scrittori, il loro lavoro e la (spesso eccessiva) considerazione di sé che lo alimenta. Una tragicomica avventura, un romanzo irresistibilmente divertente e dolcemente crepuscolare, una riflessione disincantata e perfida sul mondo dell’editoria (e più in generale della cultura letteraria) che pagina dopo pagina assume i contorni del compiaciuto disvelamento di un segreto: la letteratura – specie, se non soprattutto, nei suoi migliori esponenti – non ha nulla di nobile, anzi è un desolante compromesso al ribasso. Leggi tutto »La musicale prosa del fallimento