L’era della malafede
Recensione di “Igiene dell’assassino” di Amélie Nothomb
Non si odia quando si smette di amare, si odia (sgomenti, atterriti e in buona misura increduli) quando si comprende, senza possibilità d’errore, che non esistono ragioni per amare coloro che con tutte le nostre forze desidereremmo amare. L’odio, dunque, non è il passo conclusivo di un traumatico cortocircuito emotivo dapprima inghiottito nel silenzioso, impotente cono d’ombra della delusione e poi consumato nell’impetuosa irrazionalità della frustrazione e della rabbia; è il prodotto – esatto, gelido, implacabile – di un ferreo ragionare, il risultato incontestabile di un’equazione; è la nuda presa d’atto di una verità evidente, la negazione netta di ogni possibile meccanismo di negazione, di qualsiasi giustificazione si possa concepire.