Se il mondo alla rovescia è quello in cui siamo
Recensione di “Auto da fè” di Elias Canetti
Immaginate un gran numero di ritratti di Dorian Gray. Provate a figurarvi i volti dipinti consumati dal vizio e dalla corruzione, la pelle coperta di piaghe, gli occhi gonfi e rossi di sangue, la bocca simile a una ferita, le labbra ridotte a laceri lembi di pelle. Ripensate, insomma, alla chiara simbologia del capolavoro di Oscar Wilde, che trasferisce al quadro dov’è riprodotto il giovane Dorian al culmine del suo giovane splendore le conseguenze della sua abiezione morale, trasformando il suo incarnato perfetto in una maschera mostruosa.
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