La vera natura della x
Recensione di “Buio a mezzogiorno” di Arthur Koestler
Se si assume a principio etico del proprio agire la fin troppo celebre affermazione che
Se si assume a principio etico del proprio agire la fin troppo celebre affermazione che
Una storia d’Italia. Un quadro politico, economico, sociale e di costume che prende le mosse dagli ultimi anni del XIX secolo – per la precisione dal momento più buio e terribile della guerra d’Abissinia, la battaglia di Adua, che segnò una cocente sconfitta per l’esercito italiano, che fu “non una pugna, ma un macello” – e giunge fino alla rivoluzione tecnologico-digitale nella quale siamo immersi, che ancora una volta, come già tante volte accaduto nel passato di questo Paese, registra vincitori e vinti: i grandi colossi del web da una parte, lo sterminato esercito di “consumatori” della Rete, in grande maggioranza ignari della tragica marginalità del loro ruolo dall’altra.Leggi tutto »Molto più di un secolo
Si può considerare una sorta di testamento spirituale il lungo racconto La figlia del capitano di Aleksandr Sergeevic Puskin, pubblicato nell’inverno del 1836, pochi mesi prima che il grande scrittore, poeta e drammaturgo russo morisse a causa di una grave ferita subita in un duello d’onore (aveva sfidato Georges D’Anthès, presunto amante della moglie). La vicenda, che ha i contorni precisi di una cronaca storica e il tumultuoso andamento di una storia d’amore e d’avventura, narra del giovane Pëtr Andréevic Grinëv, figlio di un severo ufficiale ormai a riposo, che viene inviato dal padre in una fortezza distante una quarantina di chilometri dalla città di Orenburg: nelle intenzioni del genitore, il servizio militare, prestato lontano dagli svaghi e dalle raffinatezze di San Pietroburgo, sarà di fondamentale importanza nel percorso formativo del ragazzo. Leggi tutto »Amore e storia
Avevamo lasciato il nostro autore-protagonista Li-Kunwu (la recensione la trovate qui) in preda a grande sgomento, lo stesso che aveva colto l’intero popolo cinese: il presidente Mao era morto. Il Grande Timoniere non era più al suo posto. Un miliardo di sudditi non sapeva più come affrontare il futuro. I decenni successivi a quel fatidico 1976 sono ripercorsi da Li nei due volumi seguenti della sua ampia e dettagliata autobiografia a fumetti.
«Sentivo mia nonna e mia madre parlare incessantemente del ricordo familiare. Parlavano, insieme agli altri familiari, degli anni di esilio a Jacksonville, rievocavano le lotterie per raccogliere fondi per l’indipendenza, le visite di Martí che era l’amico di mio nonno […]. I miei anni all’università di La Habana, nei giorni in cui si rappresentava un’epica giovanile contro il tirannucolo Machado, il paese afflitto a morte, il terrore, gli scomparsi, la miseria titanica. Leggi tutto »Un socratico azzardo cubano
Aspra come i luoghi che racconta; riarsa, inospitale e matrigna. E aperta agli uomini, alle genti anonime che quella terra ostinatamente abitano, strappando giorno dopo giorno vita alle sue viscere nude, tempestando di scongiuri e stregonerie i corpi martoriati dalla febbre, consumati dalla malaria, erosi dalla fatica, stremati dal dolore, obbedendo istintivi all’imperativo della generazione, della carne, genuflettendosi, colmi di rispetto e amore, di fronte al mistero interamente umano della nascita.
Difficile affrontare un’opera a buon diritto entrata nel novero dei grandi capolavori della letteratura e di cui si parla come di una lettura irrinunciabile. Difficile approcciarla, persino se ci si limita a raccontarne banalmente la trama, tanto è universalmente nota; arduo, insomma, esserne all’altezza.
Autore tra i più importanti della storia della letteratura, Jorge Luis Borges, romanziere eccelso, poeta sublime, saggista meticoloso, e ancora storico, filosofo, immaginifico creatore di storie e di mondi, è prima di tutto e per sua stessa ammissione un lettore. Un lettore infaticabile, curioso, coltissimo, attento.