Recensione di “Pensieri sulla cometa” di Pierre Bayle
Il Seicento. Il Grand Siècle. La temperie culturale è vivacissima. Baruch Spinoza suscita scandalo e infinite polemiche con la pubblicazione delle sue opere, il Tractatus Theologico-Politicus, l’Ethica more geometrico demonstrata; la legge di gravitazione universale di Isaac Newton spalanca nuovi orizzonti alla scienza; lo stesso Newton e Leibniz giungono, ciascuno per proprio conto (disputandosene poi a muso duro la paternità) alla scoperta del calcolo infinitesimale.
L’umanità si schiude alla modernità così come noi la conosciamo. In questo secolo di giganti, un brillante erudito francese, che la storia del pensiero ha colpevolmente lasciato in ombra, offre il suo contributo all’edificazione di una razionalità finalmente adulta, che basta a se stessa, libera da superstizioni, credenze, miraggi alchemici, illusioni fideistiche. E traccia la rivoluzionaria figura dell’ateo virtuoso, dell’uomo (e perché no del genere umano tutto) che può essere buono, e condursi secondo principi di onestà e di rispetto di sé e degli altri, semplicemente seguendo il proprio buon senso ed evitando degradanti sudditanze verso qualsivoglia divinità. Lo fa in un’opera allo stesso tempo polemica e divulgativa, i Pensieri sulla cometa, riflessione sincera e appassionata sulle reazioni di terrore scatenate dall’avvistamento di una cometa, dai più considerata presagio di imminenti sventure.
Un saggio sui generis, coinvolgente come un romanzo. Agile da leggere, istruttivo; in più di un momento perfino divertente. Se la filosofia, oltre ad attrarvi, vi spaventa, provate a rompere il ghiaccio con Pierre Bayle, magari lasciando che a introdurvi alla conoscenza di questo pensatore sia Gianfranco Cantelli, curatore del lavoro pubblicato da Laterza (in due volumi), che nella sua nota introduttiva così scrive: “I Pensieri sulla cometa costituiscono, si può dire, l’inizio della fortunata carriera di Pierre Bayle. Essi apparvero per la prima volta nel 1682 con un titolo alquanto diverso da quello che diverrà definitivo nelle successive edizioni: Lettre à M.L.A.D.C., docteur de Sorbonne, où il est prouvé par plusieurs raisons tirées de la Philosophie et de la Théologie que les comètes ne sont point le présage d’aucun malheur. Avec plusieurs reflexions morales et politiques, et plusieurs observations historiques, et la réfutation de quelques erreurs populaires […]. L’opera era uscita anonima con un nome di editore e luogo di stampa fittizi, in realtà era stata stampata a Rotterdam dall’editore Reiner Leers. Da quanto possiamo ricostruire dal suo epistolario, Bayle mise in atto ogni accorgimento per nascondere per nascondere a tutti la paternità della Lettera sulle comete; tuttavia la vera identità dell’autore non rimase a lungo celata al pubblico […]. Il successo fu immediato, tanto che l’anno successivo ne fu fatta una seconda edizione”.
Manifesto di una razionalità finalmente compiuta e matura, che rifiuta di essere ostaggio di credenze e paure, che non intende piegarsi all’autorità indiscussa delle verità rivelate e non vuole essere limitata nella propria capacità di indagine, il coraggioso lavoro di Pierre Bayle, per quanto poco conosciuto al di fuori della ristretta degli addetti ai lavori, è di grandissima importanza; nella sua essenzialità, infatti, la rivoluzionaria stagione settecentesca dei Lumi è già tutta in queste pagine.
Eccovi, in proposito, un significativo esempio. Buona lettura.
[…] Ecco perché non so convincermi che un dottore come voi siete, il quale per il semplice fatto di essere riuscito a predire con precisione il ritorno della nostra cometa dovrebbe essere convinto non trattarsi altro che di corpi soggetti alle leggi ordinarie della natura e non di prodigi che non seguono nessuna regola, si sia nondimeno lasciato trascinare dalla corrente e creda, conformemente all’opinione generale, nonostante le ragioni addotte da un ristretto numero di persone scelte, che le comete siano come degli araldi che vengono da parte di Dio a dichiarare la guerra al genere umano.
L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.